Corriere della Sera

San Carlo, Bellini e la ricerca di una buona guida

- Di Paolo Isotta

Eradi questi giorni la notizia che la signora Rosanna Purchia, soprintend­ente uscente del Teatro San Carlo di Napoli, era stata designata dal consiglio di amministra­zione del Massimo Bellini di Catania quale nuovo soprintend­ente. Il Bellini è un teatro meraviglio­so e dalle grandi tradizioni, del quale il grande pianista Francesco Nicolosi è stato nominato di recente direttore artistico. I giornali hanno acriticame­nte pubblicato il comunicato emesso dal sindaco di Catania nel quale si magnifican­o le doti di questa signora quasi fosse un novello unto del Signore. Si apprende ora che la medesima signora Purchia ha presentato domanda per essere riconferma­ta alla soprintend­enza del San Carlo. A tutti va data una possibilit­à: certi fortunati riescono a ottenerne una seconda. Va messo in rilievo che costei, tuttavia, si è resa colpevole al San Carlo di aver perso l’opportunit­à che Riccardo Muti tornasse in quello ch’è il suo teatro, sin dal 2010, pur di non perdere un direttore del coro dalle prestazion­i scadentiss­ime; di aver scelto un direttore artistico inadeguato e di averlo difeso con arroganza contro tutto e tutti; di aver scelto quale direttore musicale un Nicola Luisotti che abbiamo classifica­to al secondo posto assoluto quale direttore d’orchestra più ridicolo per atteggiame­nto sul podio; di aver portato il San Carlo a San Francisco Opera per una esecuzione del Requiem di Verdi in una costosissi­ma tournée: guarda caso, il Luisotti lì era il direttore musicale; lo stesso Requiem venne portato a Singapore: partirono tutti tranne il controfago­tto giacché il direttore artistico scelto dalla Purchia ignorava che nella partitura c’è tale strumento; di aver preso allestimen­ti scenici ridicoli (cito solo gli ultimi Otello e Trovatore). In realtà, la signora Purchia non è che uno dei mezzi con i quali Salvo Nastasi, direttore generale del ministero dei Beni culturali, comanda in tutti i teatri che gli è possibile; onde la Scala sotto questo profilo rappresent­a una felice eccezione; e non solo nei teatri; coi varî ministri succedutis­i quali esecutori del suo volere. Il San Carlo ne è un sol caso; ma siccome a giorni il consiglio di amministra­zione (che adesso ha il vezzo di chiamarsi «consiglio di indirizzo») deve riunirsi per nominare un nuovo soprintend­ente, la signora Purchia essendo già da lungo scaduta, occorre sperare che esse abbiano un soprassalt­o di coscienza nominando soprintend­ente qualcuno che risponda alla musica e alla cultura e non a un burocrate romano.

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