Pensioni, il cantiere sempre aperto
Raccoglie consensi, ma anche critiche la riforma del sistema pensionistico basata su maggiore flessibilità, senza dimenticare la sostenibilità, lanciata venerdì in tv dal presidente dell’Inps, Tito Boeri. «Stiamo lavorando con i vertici dell’Inps per rendere più flessibile, in uscita, il sistema pensionistico — spiega il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti — a partire dal problema attualmente più acuto che è quello delle persone più anziane che perdono il lavoro, non maturano i requisiti per la pensione e rischiano di trovarsi in una terra di nessuno». Maurizio Sacconi (Ncd), sul blog dell’Associazione «Amici di Marco Biagi», invita Poletti e Boeri «a portare in Parlamento proposte concrete e sostenibili». Dall’altra parte della barricata, però, i sindacati fanno pressing sull’esecutivo: Susanna Camusso (Cgil) sottolinea che il confronto con i vertici dell’Inps non può sostituire quello con il governo «perché oltre che a quello del funzionamento, abbiamo un problema di cambiamento della legge Fornero». Più duro Maurizio Landini (Fiom Cgil) che chiede di «abbassare l’età pensionabile, ripristinare le pensioni di anzianità per i lavori più pesanti e non rimanere solo col sistema contributivo perché i giovani così non hanno più la pensione». Cautela da Carmelo Barbagallo (Uil): «Si rischia ogni volta di spaventare i pensionati e i pensionandi». La Uil ha chiesto al ministro Poletti, insieme alla Cgil, di fare un incontro sulla previdenza. Federmanager, invece, boccia l’ipotesi di ritoccare le pensioni più alte per trovare parte delle risorse necessarie alla riforma: «Questo è un attacco diretto e demagogico alle pensioni di categoria».