Missione in Libia, patto tra Italia e Francia
Dopo un accordo tra le fazioni intervento di monitoraggio con polizia e militari in un quadro Onu
Italia e Francia si preparano a un ruolo di primo piano in Libia per sostenere — se mai venisse raggiunto — un futuro accordo tra le fazioni in lotta, hanno detto Paolo Gentiloni e Laurent Fabius, i ministri degli Esteri italiano e francese riuniti a Caen (in Normandia) assieme ai responsabili della Difesa Roberta Pinotti e Jean-Yves Le Drian. «Il sostegno dei due Paesi comprenderebbe un’attività di monitoraggio svolto con forze di polizia o militari in un quadro Onu » , ha precisato Gentiloni. L’intervento sul campo è escluso oggi, ma già allo studio in caso di intesa tra le parti.
L’impegno per il futuro dei due alleati più esposti nel Mediterraneo arriva però proprio nelle ore in cui un’intesa nei negoziati in corso a Rabat sembra più lontana. In Libia si intensificano i combattimenti, sia nell’Est dove risiede il governo riconosciuto dalla comunità internazionale sia a Ovest, nei dintorni della capitale Tripoli dove si è insediato il governo islamista di «Alba libica».
La presenza dello Stato Islamico in Libia è una minaccia per il Paese e per l’Europa vicina, ma paradossalmente sta favorendo un riavvicinamento tra le altre fazioni. «È uno dei motori dei negoziati di Rabat — dice Gentiloni —. E se i combattimenti sono più forti in queste ore, è forse perché ognuno cerca di arrivare alla fine delle trattative nella situazione migliore possibile. L’accordo è ancora più necessario e non è da escludere».
Italia e Francia non disperano che gli sforzi dell’emissario Onu, lo spagnolo Bernardino Léon, possano avere successo. Il terzo round di negoziati avrà fine stasera e punta a raggiungere la firma di un documento almeno su tre punti fondamentali: misure di sicurezza, governo di unità nazionale e politica di fiducia reciproca. «I nostri sforzi sono paralleli — ha detto Fabius -: da un lato appoggio agli sforzi diplomatici attuali, dall’altro sostegno all’accordo quando verrà raggiunto».
Italia e Francia si tengono pronte. «Fondamentale è capire quante forze coinvolgerà questo accordo — ha aggiunto Gentiloni dopo la conferenza stampa —. Se coinvolgesse tutte o quasi le fazioni in lotta avrebbe bisogno di un monitoraggio leggero. I nostri ministri della Difesa si preparano a scenari differenziati, a seconda del grado di coinvolgimento delle formazioni sul campo».
A Caen si è parlato anche della Tunisia colpita dall’attentato, e il ministro degli Esteri italiano ha annunciato che l’Italia chiederà all’Unione Europea di finanziare programmi di cooperazione nel Paese arabo vicino alle sue frontiere usando i fondi del piano Juncker. «Non è possibile che l’Europa dedichi un’attenzione sproporzionata tra le crisi in corso ai confini orientali (il riferimento è all’Ucraina, ndr) e i problemi che abbiamo nel Mediterraneo — ha detto Gentiloni —. Non è all’altezza dei doveri dell’Unione Europea». La ministra Pinotti ha annunciato per il Consiglio Europeo del prossimo giugno una proposta congiunta Italia-Francia per ripartire in modo più equo il carico finanziario delle missioni anti-terrorismo all’estero, oggi sostenuto (per esempio in Mali e nel Sahel) dalla sola Francia.