D’Alema attacca: partito arrogante Ma a sinistra è lite sull’anti renzismo
Bersani con lui, Cuperlo lo accusa. Guerini: Matteo ha stravinto, rassegnatevi
Doveva essere l’assemblea dell’unità della minoranza, è finita in un tutti contro tutti. Con Massimo D’Alema che rientra in campo, applauditissimo dalla platea, e attacca duramente Matteo Renzi. Da lontano, via tweet, lo contesta un ex dalemiano diventato presidente del partito, Matteo Orfini. Da vicino, lo attacca un altro ex dalemiano doc, Gianni Cuperlo. Intanto fioccano le proposte per dare peso alla minoranza: un coordinamento parlamentare (Cuperlo, D’Attorre e Fassina), un grande evento «in un palazzetto» (Bersani) e «una grande associazione per il rinnovamento » (D’Alema).
All’Acquario di Roma, D’Alema non risparmia accuse. La minoranza, spiega, «può avere un peso solo se unita e intransigente», cosa che non è stata finora. La minoranza, prosegue l’ex premier, non si deve limitare «a lanciare ultimatum, ma deve essere capace di assestare colpi che, quando necessario, lascino il segno». Il tutto in un partito «a forte componente personale e anche con un certo carico di arroganza». Immagine plastica che provoca la reazione di Orfini: «Dispiace che dirigenti importanti della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così offende la nostra comunità». Reagisce anche Lorenzo Guerini, vicesegretario: «Renzi ha stravinto il congresso e ha portato il Pd al 41 per cento, qualcuno se ne faccia una ragione».
Ma gli attacchi arrivano da più fronti. Rosy Bindi si incarica di esprimere lo stupore dei big di altri tempi: «Che sta succedendo? Vedo che ci guardano con compassione, con sdegno. Ma io non mi offendo se mi chiamano opposizione, non mi rassegno. Non voglio mandare a casa il governo, ma non voterò riforma costituzionale e legge elettorale». Pier Luigi Bersani definisce «sacrosante» le parole di D’Alema, che parlava di «disagio» e «scollamento»: «C’è un calcolo miope e cinico: perdiamo un elettore di sinistra, ne guadagniamo tre. È come vender casa per andar in affitto». Bersani parla anche dei giudici: «Faccio gli auguri alla magistratura, agli sceriffi, anche ai rangers del Texas. Ma poi si scoprirà che il 90 per cento di questo sistema immondo è legale, perché abbiamo norme fatte apposta per questo sistema qui». Bersani invita tutti a stare dentro il partito e ha una sua ricetta: «Farei prima dell’estate un grande appuntamento, non un seminario: più in un palazzetto che in una sala d’albergo. E che sia una generazione nuova a guidare la minoranza, gli altri diano una mano con generosità».
Cuperlo, che dovrebbe rappresentare la generazione nuova, sia pure non giovanissima, ha qualcosa da dire alla vecchia. E si rivolge direttamente a D’Alema: «Massimo, dovresti chiederti perché la sinistra ha ceduto culturalmente negli anni in cui avete avuto il potere. Ci hai ammonito a stare uniti, credimi, lo facciamo, ma la montagna sarebbe stata più facile da scalare se tu e gli altri avessero fatto di più». Poi precisa, a margine, che la sua era «anche un’autocritica » . Ma intanto
«Parole da bar» Orfini: «Dispiace che dirigenti importanti usino toni degni di una rissa da bar»