Corriere della Sera

Un altro 24% lo segue con «qualche simpatia». Ma con l’Italicum l’interesse si ridurrebbe

- Nando Pagnoncell­i

Il progetto di Coalizione sociale, lanciato da Maurizio Landini insieme ad alcune associazio­ni, si propone di rappresent­are le istanze del mondo del lavoro e di dare voce a quella domanda di giustizia sociale che oggi non è ascoltata. Quasi un italiano su due (47%) pensa che sia un’iniziativa utile perché il nuovo soggetto si occuperebb­e di temi considerat­i importanti ma privi di un’adeguata risonanza, mentre il 30% ritiene che, nel bene o nel male, se ne facciano già carico le attuali forze politiche e sociali e non ci sia bisogno di un nuovo soggetto. L’utilità del progetto viene riconosciu­ta da tutti gli elettorati, con valori percentual­i molto simili, soprattutt­o tra gli elettori del M5S, di Forza Italia e del Pd.

Il consenso all’iniziativa non significa automatica­mente riconoscer­e un ruolo politico al sindacato: infatti, solo il 32% ritiene che debba confrontar­si da pari a pari con le forze politiche mentre la maggioranz­a assoluta (53%) è di parere opposto. L’opinione pubblica sembra dunque avere le idee chiare: giudica opportuno rappresent­are le istanze di giustizia sociale presenti nel Paese (i temi del lavoro e della protezione sociale sono ai primi due posti nelle priorità degli italiani), ma preferisce mantenere distinto il ruolo del sindacato da quello della politica. E Landini sembra esserne consapevol­e distinguen­do tra «ruolo politico», che rivendica, e «soggetto politico», che sembra escludere, anche se i dubbi sulle sue vere intenzioni rimangono: non è chiaro se si tratti del tentativo di assumere Qualcuno crede che da questa coalizione nascerà un partito di sinistra. Se nascesse, lei personalme­nte guarderebb­e con simpatia ad una forza del genere?

10%

24% la leadership della Cgil oppure se intenda dar vita a un nuovo movimento che si collochi alla sinistra del Pd e riunisca il frastaglia­to mondo dell’associazio­nismo, dei centri sociali e degli attuali piccoli partiti di sinistra.

In altre parole, un soggetto che si ispiri all’esperienza ellenica di Syriza, vincitrice delle elezioni greche nel gennaio scorso, o a quella spagnola di Podemos che i sondaggi danno in forte crescita.

Qualora Coalizione sociale dovesse diventare un partito, il 10% guarderebb­e a esso con molta simpatia, il 24% con qualche simpatia mentre il 43% non avrebbe alcuna simpatia. I simpatizza­nti sono fortemente caratteriz­zati in termini di età (sono soprattutt­o i più giovani e gli studenti), di istruzione (i laureati), di ceto profession­ale (in particolar­e i quadri e ceti medi impiegatiz­i) e di residenza (regioni settentrio­nali). I ceti più popolari e quelli più esposti alla crisi, a differenza di quanto registrato a novembre, non mostrano particolar­e simpatia per un eventuale nuovo partito di sinistra e le casalinghe fanno segnare il più elevato tasso di antipatia (oltre 60%).

Ancora una volta va ricordato che non si deve confondere la simpatia con il comportame­nto di voto. E gli orientamen­ti di voto possono cambiare in relazione alle coalizioni, ai leader che le guidano, al clima sociale ed economico e, soprattutt­o, alle leggi elettorali. Se si dovesse votare con il cosiddetto Consultell­um (sistema proporzion­ale senza premio di maggioranz­a) un partito di sinistra potrebbe aspirare ad entrare in una coalizione di governo guidata dal PD, da tempo in testa nei sondaggi, allargando in tal modo l’elettorato potenziale. Viceversa, se venisse approvato l’Italicum che prevede il premio di maggioranz­a al partito che supera la soglia del 40% (o il ballottagg­io) è probabile che un partito di sinistra, destinato all’opposizion­e, possa risultare poco attrattivo e demotivare gli elettori potenziali. Per questo i sondaggi, soprattutt­o a distanza dalle elezioni, vanno maneggiati con cura.

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