Giallo di Pordenone I Ris: delitto anomalo modalità da gangster
E spunta la pista della vendetta dopo una rissa
Cinque piste aperte, nessun solido movente, nessun indagato all’orizzonte. A quattro giorni da quel tragico 17 marzo il delitto di Pordenone sembra avvolto nel mistero più assoluto, nonostante la task force messa in campo dagli inquirenti: i carabinieri del reparto operativo del capoluogo friulano, le squadre speciali di Ris e Ros, due medici legali, un perito balistico. Com’è possibile che non si escluda ancora alcuna ipotesi? Una spiegazione cerca di darla l’investigatore scientifico per eccellenza, Giampiero Lago, comandante del Ris di Parma. Ha mandato a Pordenone i suoi uomini per radiografare il brutale assassinio del soldato Trifone Ragone e dell’ex bocconiana Teresa Costanza, i due fidanzati venuti dal Sud e morti al Nord con 5 pallottole sparate a bruciapelo. provocare invidie e gelosie, lei ballerina, lui animatore di addii al nubilato, accompagnatore di signore agée. Ci sta dunque il marito tradito, lo spasimante respinto, lo stalker, l’ex inconsolabile. Ma un’esecuzione in stile mafioso e due morti sembrano troppi per un movente del genere.
Poi c’è la pista finanziaria che porta a Milano, dove lei ha fatto l’assicuratrice e la ragazza immagine e aveva agganci con vari imprenditori, anche del mondo della movida meneghina. Le origini siciliane di Teresa, con il precedente dello zio vittima vent’anni fa di «lupara bianca», ha poi fatto pensare a Cosa Nostra. «Ma è troppo datato Fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due innamorati uccisi a Pordenone l’episodio», sospetta l’investigatore. Infine il mondo della palestra, il traffico di anabolizzanti, il doping. Trifone era un pesista e voleva raggiungere certi risultati. Si è pensato allora al coinvolgimento in un traffico di sostanze proibite. Ma non sembra un business così lucroso da giustificare un duplice delitto.
C’è una grande sproporzione fra il profilo normale delle vittime e il tipo di esecuzione In discoteca Un ragazzo in palestra: Trifone era intervenuto per sedare una lite fra albanesi in discoteca
Le vittime
Martedì 17 marzo due fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza vengono uccisi a Pordenone con una pistola 7.65 puntata prima alla testa di lui e poi a quella di lei
Si indaga anche a Milano, dove l’ex bocconiana aveva studiato e lavorato, per Generali e Ina Assitalia, fino al trasferimento in Friuli
Fin qui le ipotesi più sofisticate. E se fosse solo una banale vendetta? Facendo il giro del palasport, cioè dalla parte opposta della pesistica olimpica dove si allenava Trifone, scopri che esiste un’altra palestra, questa di body building, frequentata da molti albanesi, romeni, da alcuni buttafuori e, fino a martedì scorso, da Teresa. E lì c’è un atleta che fa un discorso di questo tipo: «Un pregiudicato che ogni tanto viene da queste parti mi ha detto che secondo lui Trifone è stato ucciso perché era intervenuto in discoteca a sedare una rissa fra due albanesi finiti poi in ospedale».
Secondo il pregiudicato si sarebbe trattato di una spietata vendetta. In questo caso alcune cose tornerebbero: l’arma, la poco professionale 7.65 usata però all’Est, la freddezza e «la mano professionista» che ora ipotizzano. Ma anche in questo caso la domanda non cambia: possibile che per una rissa si arrivi a premeditare un’esecuzione?
Nel frattempo, di qua del palasport, il fratello di Trifone, Gianni, lascia qualche riga fra i fiori: «Mi hai sempre preso in giro perché non mi dedicavo alla palestra però sappi che ho sempre sognato di diventare come te... Ciao fratello mio, stai accanto alla tua amata per sempre, eravate uno splendore». Dopo una vita di viaggi, di traslochi e di sogni, Trifone e Teresa torneranno a riposare nelle loro terre, a Bari e a Lodi, per stare vicino ai propri cari.