L’appello per Erri De Luca diventa un caso
Anche grandi romanzieri come Rushdie e Auster firmano a favore dello scrittore sotto processo a Torino Con loro Muñoz Molina, Marc Lévy, Ariel Dorfman. Hollande: gli autori non vanno perseguiti per i loro testi
«Non voglio intervenire nelle questioni giudiziarie, ma quel che posso fare in nome della Francia è sostenere sempre la libertà di espressione e di creazione e questo vale anche per gli autori, che possono essere francesi o italiani o di qualsiasi nazionalità e che non devono essere perseguiti per i loro testi » , ha risposto ieri François Hollande a una domanda sul caso Erri De Luca. Il presidente della Repubblica francese si trovava in visita al Salone del Libro di Parigi, e il giorno prima il comitato di sostegno allo scrittore italiano, nel corso di una riunione pubblica al «Centre national du Livre», aveva chiesto a Hollande di prendere posizione.
Il primo marzo un gruppo di scrittori e intellettuali francesi ha pubblicato un primo appello su Libération, « Liberté pour Erri De Luca », chiedendo alla società franco-italiana Lyon Turin Ferroviaire (LTF) (diventata la TELT, Tunnel Euralpin Lyon Turin), di ritirare la denuncia contro il 64enne scrittore italiano per le frasi pronunciate agli inizi di settembre 2013: «La Tav va sabotata» (all’Huffington Post) e «Si può sabotare un’opera inutile e nociva, che in previsione distruggerà acqua, aria, suolo di quella valle. Si tratta di un necessario sabotaggio e di una necessaria ostruzione» (alla trasmissione radiofonica La Zanzara).
Dopo la denuncia Erri De Luca è sotto processo a Torino per istigazione a delinquere. I pm Andrea Parodi e Antonio Rinaudo sostengono che, in seguito
La scheda
Lo scrittore Erri De Luca è sotto processo a Torino per istigazione a delinquere per aver incoraggiato il sabotaggio della Tav Torino-Lione
Venerdì un Comitato a sostegno di De Luca aveva sollecitato Hollande
a rompere il «silenzio», per indurre la parte francese della società Lyon-Turin Ferroviaire a ritirare la denuncia contro De Luca alle parole dello scrittore, a partire dal settembre 2013 sono aumentate le violenze ai cantieri della Tav. Lo scorso 16 marzo è stato chiamato a testimoniare in aula Maurizio Bufalini, il direttore della società italo-francese che si occupa della realizzazione dell’opera: «Il cantiere di Chiomonte è molto diverso da come lo avevamo previsto — ha detto — perché il susseguirsi degli attacchi ha determinato un aumento dei costi per la sicurezza per circa 20 milioni di euro». Bufalini ha ricevuto minacce di morte e dal febbraio 2014 vive sotto scorta. Erri De Luca si dice invece convinto che dopo le sue parole gli atti di violenza sono diminuiti.
Contro il processo intentato allo scrittore in Italia si sono mobilitati oltre 300 tra intellettuali, politici e scrittori inizialmente soprattutto francesi, tra i quali Muriel Barbery (autrice dell’Eleganza del riccio), l’ex ministra della Cultura Aurélie Filippetti e la giallista Fred Vargas, già a in prima linea nella difesa di Cesare Battisti. A questi si sono aggiunti negli ultimi giorni altri autori di livello internazionale come Marc Lévy, lo scrittore britannico di origine indiana Salman Rushdie, l’americano Paul Auster. Altri nomi sono gli scrittori spagnoli Antonio Muñoz Molina e Rosa Montero, l’argentino Guillermo Saccomano, l’algerino Boualem Sansal, il cileno Ariel Dorfman. Tra gli italiani, l’editore Carlo Feltrinelli. E poi l’ex presidente del Festival di Cannes, Gilles Jacob, quello attuale, Pierre Lescure, e il più importante editore francese, Antoine Gallimard. Al di là del merito delle dichiarazioni di Erri De Luca, i sottoscrittori dell’appello sostengono di difendere la libertà di espressione.
La prossima udienza del processo si terrà il 20 maggio. Erri De Luca rischia cinque anni di prigione, e anche la ministra della Cultura francese Fleur Pellerin è intervenuta nella vicenda (rischiando di contraddirsi nella stessa frase): «La sanzione che potrebbe essere inflitta a Erri De Luca è sproporzionata rispetto al suo coinvolgimento o alle sue dichiarazioni; detto questo, non voglio interferire in un affare giudiziario in corso».
@Stef_Montefiori