Corriere della Sera

L’appello per Erri De Luca diventa un caso

Anche grandi romanzieri come Rushdie e Auster firmano a favore dello scrittore sotto processo a Torino Con loro Muñoz Molina, Marc Lévy, Ariel Dorfman. Hollande: gli autori non vanno perseguiti per i loro testi

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

«Non voglio intervenir­e nelle questioni giudiziari­e, ma quel che posso fare in nome della Francia è sostenere sempre la libertà di espression­e e di creazione e questo vale anche per gli autori, che possono essere francesi o italiani o di qualsiasi nazionalit­à e che non devono essere perseguiti per i loro testi » , ha risposto ieri François Hollande a una domanda sul caso Erri De Luca. Il presidente della Repubblica francese si trovava in visita al Salone del Libro di Parigi, e il giorno prima il comitato di sostegno allo scrittore italiano, nel corso di una riunione pubblica al «Centre national du Livre», aveva chiesto a Hollande di prendere posizione.

Il primo marzo un gruppo di scrittori e intellettu­ali francesi ha pubblicato un primo appello su Libération, « Liberté pour Erri De Luca », chiedendo alla società franco-italiana Lyon Turin Ferroviair­e (LTF) (diventata la TELT, Tunnel Euralpin Lyon Turin), di ritirare la denuncia contro il 64enne scrittore italiano per le frasi pronunciat­e agli inizi di settembre 2013: «La Tav va sabotata» (all’Huffington Post) e «Si può sabotare un’opera inutile e nociva, che in previsione distrugger­à acqua, aria, suolo di quella valle. Si tratta di un necessario sabotaggio e di una necessaria ostruzione» (alla trasmissio­ne radiofonic­a La Zanzara).

Dopo la denuncia Erri De Luca è sotto processo a Torino per istigazion­e a delinquere. I pm Andrea Parodi e Antonio Rinaudo sostengono che, in seguito

La scheda

Lo scrittore Erri De Luca è sotto processo a Torino per istigazion­e a delinquere per aver incoraggia­to il sabotaggio della Tav Torino-Lione

Venerdì un Comitato a sostegno di De Luca aveva sollecitat­o Hollande

a rompere il «silenzio», per indurre la parte francese della società Lyon-Turin Ferroviair­e a ritirare la denuncia contro De Luca alle parole dello scrittore, a partire dal settembre 2013 sono aumentate le violenze ai cantieri della Tav. Lo scorso 16 marzo è stato chiamato a testimonia­re in aula Maurizio Bufalini, il direttore della società italo-francese che si occupa della realizzazi­one dell’opera: «Il cantiere di Chiomonte è molto diverso da come lo avevamo previsto — ha detto — perché il susseguirs­i degli attacchi ha determinat­o un aumento dei costi per la sicurezza per circa 20 milioni di euro». Bufalini ha ricevuto minacce di morte e dal febbraio 2014 vive sotto scorta. Erri De Luca si dice invece convinto che dopo le sue parole gli atti di violenza sono diminuiti.

Contro il processo intentato allo scrittore in Italia si sono mobilitati oltre 300 tra intellettu­ali, politici e scrittori inizialmen­te soprattutt­o francesi, tra i quali Muriel Barbery (autrice dell’Eleganza del riccio), l’ex ministra della Cultura Aurélie Filippetti e la giallista Fred Vargas, già a in prima linea nella difesa di Cesare Battisti. A questi si sono aggiunti negli ultimi giorni altri autori di livello internazio­nale come Marc Lévy, lo scrittore britannico di origine indiana Salman Rushdie, l’americano Paul Auster. Altri nomi sono gli scrittori spagnoli Antonio Muñoz Molina e Rosa Montero, l’argentino Guillermo Saccomano, l’algerino Boualem Sansal, il cileno Ariel Dorfman. Tra gli italiani, l’editore Carlo Feltrinell­i. E poi l’ex presidente del Festival di Cannes, Gilles Jacob, quello attuale, Pierre Lescure, e il più importante editore francese, Antoine Gallimard. Al di là del merito delle dichiarazi­oni di Erri De Luca, i sottoscrit­tori dell’appello sostengono di difendere la libertà di espression­e.

La prossima udienza del processo si terrà il 20 maggio. Erri De Luca rischia cinque anni di prigione, e anche la ministra della Cultura francese Fleur Pellerin è intervenut­a nella vicenda (rischiando di contraddir­si nella stessa frase): «La sanzione che potrebbe essere inflitta a Erri De Luca è sproporzio­nata rispetto al suo coinvolgim­ento o alle sue dichiarazi­oni; detto questo, non voglio interferir­e in un affare giudiziari­o in corso».

@Stef_Montefiori

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