Corriere della Sera

Tassi «zero» Come ottenere fino al 4% (senza rischiare)

- Di Marco Sabella

Trovare il giusto orientamen­to nella selva dei mini rendimenti. L’avvio della manovra di Quantitati­ve easing da parte della Bce, con l’acquisto di titoli governativ­i (e non solo) per un ammontare di 65 miliardi al mese ha impresso un’ulteriore accelerazi­one a un fenomeno in atto da tempo. Si tratta del crollo dei rendimenti del mercato del reddito fisso, che ha portato il Btp a dieci anni a una cedola di appena l’1,2% e il Bund decennale di pari durata allo 0,2%. Sui mercati dell’eurozona, ormai, sono frequenti le emissioni a scadenza fino a cinque anni con tasso di interesse negativo. Che cosa possono fare i risparmiat­ori in uno scenario così anomalo? «Corriere Economia» affronterà questo interrogat­ivo nel numero in edicola domani. La situazione è complessa non soltanto perché il rendimento delle obbligazio­ni è prossimo allo zero, ma anche perché le borse hanno già realizzato guadagni a doppia cifra da inizio anno. Gli esperti interpella­ti tracciano tuttavia un quadro relativame­nte rassicuran­te. Ottenere guadagni compresi fra il 2 e il 4% da un portafogli­o bene diversific­ato è possibile, anche senza spingere troppo sull’accelerato­re del rischio. Il parcheggio del risparmio sui conti di deposito online e vincolati, per esempio, è ancora in grado di offrire rendimenti netti di circa l’1%, valore elevato se si considera il contesto di un’inflazione sottozero. Le emissioni in valuta a breve scadenza possono dare ancora interessan­ti guadagni in conto capitale, visto che la tendenza alla svalutazio­ne dell’euro non è esaurita. Infine tra i valori azionari da tenere d’occhio ci sono sempre le società ad alto dividendo – Eni, Enel, Terna e alcuni gruppi industrial­i _ che offrono un “dividend yield “in molti casi superiore al 4% lordo.

Vittorio Malacalza ama essere piuttosto enigmatico e, anche in occasione dell’annuncio del nuovo socio cinese in Pirelli, conferma la regola. Attualment­e è alla finestra, anche perché gli aspetti tecnici dell’operazione e i numeri devono ancora essere comunicati. Di sicuro, ancora una volta, ha occasione di brindare a una plusvalenz­a importante: circa 300 milioni di euro in un paio d’anni, consideran­do che in Pirelli ha investito 200 milioni nel 2013 (con un valore di carico delle azioni a 6,7 euro ognuna) e che oggi la sua partecipaz­ione, appena inferiore al 7 per cento, supera i 500 milioni (l’offerta pubblica di acquisto annunciata è di 15 euro).

Nonostante ciò la ferita della rottura clamorosa con Marco Tronchetti Provera è ancora aperta e Malacalza va tenuto d’occhio. Negli anni ha dimostrato di essere molto abile, molto rapido e anche di avere molto intuito. Per questo, nel caso che qualche banchiere d’affari coltivi progetti alternativ­i all’entrata in Pirelli della

Le quote

Vittorio Malacalza,78 anni, ha il 7% della Pirelli e da poche settimane è diventato il primo socio di Banca Carige con il 10,5% China chemical corporatio­n, proprio Malacalza diventereb­be un punto di riferiment­o naturale. Certo, secondo opinioni diffuse tra gli analisti, non ci sono i margini per blitz di carattere finanziari­o. Altra faccenda è se uno dei grandi gruppi costruttor­i di pneumatici, preoccupat­i dall’arrivo dei cinesi e dall’alleanza con i russi di Rosneft, decidesse di contrattac­care perché potrebbe considerar­e sinergie industrial­i che permettere­bbero di valutare il titolo Pirelli più del prezzo dell’opa a 15 euro.

Nell’attesa Vittorio Malacalza, insieme ai figli Davide e Mattia, è pronto a incassare l’ennesimo guadagno. Tale da ripagare totalmente l’investimen­to appena deciso in Banca Carige, dove ha acquistato il 10,5 per cento pagandolo poco più di 66 milioni, a cui dovrà aggiungern­e fino a un centinaio per non diluirsi in occasione dell’aumento di capitale annunciato giovedì scorso. Consideran­do che la plusvalenz­a in Pirelli si aggira intorno a 300 milioni, ne sono disponibil­i un altro centinaio per altri acquisti in Carige senza intaccare il patrimonio di famiglia. E in effetti, nei giorni scorsi, Vittorio Malacalza ha aperto alla possibilit­à d’incrementa­re la partecipaz­ione nel capitale della banca genovese, pur restando al di sotto del 25 per cento, la soglia che farebbe scattare l’offerta pubblica di acquisto. Sempre che, naturalmen­te, decida di utilizzare il ricavato dalla partecipaz­ione in Pirelli. L’alleanza iniziale con Tronchetti Provera è del 2010, con l’investimen­to di 80 milioni in società della catena

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy