La rivista incorona Marchionne tra i 30 migliori supermanager globali
Sergio Marchionne, Ceo di Fca La rivista finanziaria Barron’s, considerata la «Bibbia» dei chief executive, incorona Sergio Marchionne nella Top 30 dei migliori amministratori delegati e unico esponente del settore automotive. Il manager che guida la Fca ha avuto il riconoscimento assieme ad altri «debuttanti» come Tim Cook (Apple), Robert Iger (Walt Disney) e Joseph Jimenez (Novartis). A Marchionne, la rivista attribuisce il merito di avere «creato un possibile gruppo vincente, mettendo insieme due aziende in perdita, dando vita a una impresa che potrebbe valere molto di più della somma delle sue parti». Barron’s ricorda come la fusione «ha messo alla prova tutte le capacità negoziali di questo ex avvocato, con una preferenza per i maglioni a giro collo». felpata provocazione Giovanni Costa, vicepresidente esecutivo del consiglio di gestione di Intesa SanPaolo, è anche dove un amministratore delegato «estraneo» dura (resiste?) «in media tre anni». E qui, ancora, si compie più spesso che altrove «l’errore più grande, ossia voler inserire a tutti i costi figli e familiari nel consiglio d’amministrazione»: e Diego Bolzonello, per anni Ceo di Geox e oggi richiestissimo consulente conosce a sufficienza il territorio e i suoi protagonisti per concludere che così «il consiglio finisce per non essere più tale». Una soluzione ci sarebbe. Indicata all’unanimità, prevede che l’imprenditore «insegni ai figli incapaci a fare l’azionista, non il padrone». Il problema, a quel punto, è se «incapace» si rivela anche il manager. Ma questa è tutta un’altra storia.