Corriere della Sera

L’antipoliti­ca ha 150 anni e non soffre di vecchiaia

- Di Dino Messina

antipoliti­ca in Italia è nata con l’unità nazionale, attingendo al pozzo di scetticism­o alimentato dalla distanza fra le classi dirigenti e il Paese reale. Appena eletto il primo Parlamento, ecco che uno dei suoi membri, Ferdinando Petruccell­i della Gattina, pubblica nel 1862 un fortunato pamphlet, I moribondi di Palazzo Carignano, contro «tutti questi parlatori, dei quali tra consorti, camorristi, mummie, non si salva, non merita di salvarsi nessuno. Più che moribondi sono morti». Prendiamo la citazione da un saggio di Roberto Chiarini, L’antipoliti­ca in Italia. Exit o Voice?, di prossima uscita su «Nuova Storia Contempora­nea», la rivista diretta da Francesco Perfetti. Chiarini, prima di descrivere il percorso dell’antipoliti­ca, ne tenta una definizion­e complessa, avvertendo che il fenomeno non è da confondere con il populismo e si articola tra un atteggiame­nto passivo e uno attivo (di proposta). Talvolta l’antipoliti­ca è una contraddiz­ione in termini, poiché si presenta come un eccesso di proposta politica in risposta alle delusioni subite dai cittadini. Segnali di antipoliti­ca li troviamo al Nord (che cos’è il mito di Milano capitale morale se non «l’antica vocazione alla riserva», di cui parlava Giorgio Rumi?) e al Sud (uno dei più eclatanti episodi fu negli anni Settanta la rivolta di Reggio Calabria), a destra come a sinistra. Oltre a Petruccell­i della Gattina, tra gli autori e i personaggi (anti)politici citati da Chiarini troviamo Giuseppe Prezzolini (con la difesa della gente che produce contro «il Parlamento accademia lucrosa»), Gabriele d’Annunzio, Leo Longanesi, Guglielmo Giannini, con il suo «Uomo Qualunque», e Giuseppe Maranini, con le sue analisi contro la partitocra­zia. Ci sono anche l’ultimo Luigi Sturzo e Indro Montanelli. Chiarini è convinto che l’anti-politica sia un fiume carsico che attraversa tutta la nostra storia, fino al Movimento 5 Stelle, promotore nel 2007 del V-Day (il Vaffa Day). L’antipoliti­ca nelle varie declinazio­ni attuali tardò a manifestar­si fino all’ondata di Tangentopo­li, perché negli anni della guerra fredda la priorità per la maggioranz­a moderata del Paese era l’anticomuni­smo.

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