Corriere della Sera

Ronconi, i retroscena dell’ultima regia

I bozzetti e la rilettura dark: a Roma «Lucia di Lammermoor» secondo le indicazion­i del maestro

- Valerio Cappelli

i siamo trovati, nostro malgrado, a portare avanti questo spettacolo. Ma tutte le indicazion­i erano state date da Luca». L’ultima regìa di Luca Ronconi è la Lucia di Lammermoor di Donizetti che, con la direzione di Roberto Abbado e la voce di Jessica Pratt, debutta il 31 all’Opera di Roma. La firmano insieme i quattro collaborat­ori storici del grande artista, scomparso il 21 febbraio: Ugo Tessitore alla regìa, Margherita Palli alle scene, Gabriele Mayer ai costumi, Gianni Mantovani alle luci.

«Siamo una squadra», dicono. Tessitore (che parla per tutti) spiega che « Lucia è un’opera che gli era cara, ma non aveva mai messo in scena, faceva parte del suo bagaglio adolescenz­iale di quando la mamma lo portava all’Opera. Con tutte le difficoltà, le dialisi, la fatica, accettò. Si fidava del sovrintend­ente Carlo Fuortes, per cui aveva da poco allestito Falstaff a Bari». Era dal 1987 ( Faust di Gounod) che Ronconi non portava una nuova produzione all’Opera romana. Hanno cominciato a lavorarci in agosto, mentre realizzava­no l’Armida a Pesaro.

Ronconi aveva fatto gli schizzi per far capire la sua idea, «disegnava sempre la scena. Qui vedeva un universo maschile oppressivo e violento, con al centro una figura femminile disturbata fin dall’inizio, usata e strumental­izzata da quando è nata, e via via il suo stato psichico peggiora. Fino alla follia. Renato Zero, Francesco Renga e la probabile conferma di Sabrina Ferilli. Sarà questo il terzetto di giudici fissi del serale di Amici, il programma di Maria De Filippi, in onda da sabato 11 aprile su Canale 5. Ad annunciare la presenza di Renato Zero (64 anni, foto) la pagina Facebook del programma e la Witty Tv della stessa De Filippi, con un filmato registrato che andrà in onda nella puntata pomeridian­a di oggi, in cui lo stesso cantautore romano afferma: «Consigliar­e, Che per Luca non è un’esplosione improvvisa».

Tessitore ci porta sul palco: «Vedete, è un ambiente teatrale claustrofo­bico, che può essere una fortezza, un monastero o una prigione. Luca aveva un’incredibil­e capacità di leggere i testi e di renderli con la scrittura scenica. Gli comprai The Bride of Lammermoor, il romanzone storico di Walter Scott da cui l’opera prende alcune distanze, Diva La bionda Jessica Pratt (35 anni) protagonis­ta dell’opera, in un’altra «Lucia di Lammermoor» del 2012 stimolare, provocare, incentivar­e ma anche smontare, riavvolger­e, stravolger­e, rettificar­e e ridimensio­nare. Alla fine è tutta sfida e vince solo chi è più deciso ed ostinato. L’incarico mi interessa. Accetto la consulenza. Tremate: sarò imparziale. Un giudice che non dimentiche­rete mai». Renga era già stato annunciato nei giorni scorsi mentre la conferma di Sabrina Ferilli dovrebbe arrivare a breve. Al terzetto di giudici fissi si aggiungerà ad ogni puntata un quarto giudice d’onore. soprattutt­o eliminando la parte politica. Qui Lucia appare che piange la madre estinta, anche per quello è in lutto. Così anziché vederla come al solito vestita di rosa o azzurro, è in nero».

Il mondo dell’opera, per Ronconi, era una seconda scelta? «No, la sua produzione non si può dividere tra prosa e lirica, certe intuizioni nascevano nel teatro e andavano a posarsi nel canto, e viceversa » . Ma quando diceva che i registi allungavan­o l’agonia dell’opera… «Intendeva dire che il teatro di regìa non salverà questo mondo. Diceva che la recitazion­e, per i condiziona­menti fisici, non poteva essere uguale a quella di cinema e teatro, è una forma di teatro stilizzato, al limite dell’astratto. Apprezzava Visconti, Damiani e Strehler, anche se era il suo esatto contrario. Invece detestava le attualizza­zioni, le regìe tedesche che mostrano le strisce di Gaza o le strisce di cocaina. Lui contestual­izzava una lettura critica, illuminare il testo era il suo obiettivo».

Al Festival di Salisburgo, nel 1999, il suo Don Giovanni fu fischiato. Poi, non fu più reinvitato. «Forse non fu considerat­o abbastanza innovativo, lì preferisco­no la Norma con Cecilia Bartoli travestita da Anna Magnani in versione partigiana. Luca rifuggiva le trovatine, le spiritosag­gini, gli scandali. Aveva la capacità di rendere lo spettacolo con un’immagine, il salone di specchi nella “Cavalcata delle Valchirie” alla Scala, con un enorme monumento

Quattro collaborat­ori storici firmano l’allestimen­to per l’Opera

equestre e l’eroe caduto, o il campo di grano con i mietitori nel Nabucco di Firenze». Cosa avrebbe voluto mettere in scena? « La donna senz’ombra di Richard Strauss. L’avrebbe fatta divinament­e. Ora portare avanti quest’omaggio postumo è molto emozionant­e, ma ci viene facile, naturale, con tutti i suoi segni».

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