Richieste di asilo Un problema europeo
Nel 2014, 626 mila persone hanno chiesto asilo nell’Unione Europea: 191 mila in più che nel 2013. Una crescita del 44%, risultato dell’aumento drammatico delle tensioni ai confini (e oltre) della Ue che dislocano intere popolazioni: 122.800 dei richiedenti, il 20% del totale, erano siriani (nel 2013 erano stati 50 mila), 41.300 afgani (il 7%) e 37.900 kosovari ( 6%). Per avere un’idea della crescita: nel 2008, le domande erano state 220 mila. Interessante vedere in quali Paesi queste persone che fuggono dalle loro zone colpite da guerre o da disastri di altro genere chiedono protezione: uno su tre, in Germania, il 13% in Svezia, un po’ più del 10% in Italia, un po’ meno del 10% in Francia, il 7% in Ungheria (la metà dei kosovari sceglie questa destinazione). In rapporto alla popolazione, il Paese Ue messo più sotto tensione dalle domande di ospitalità è la Svezia: 8,4 richiedenti ogni mille abitanti. Seguono l’Ungheria ( 4,3 per mille), l’Austria ( 3,3), Malta ( 3,2), la Danimarca ( 2,6) e la Germania ( 2,5). L’Italia registra 1,1 richiedenti asilo ogni mille abitanti (un po’ sotto la media Ue, che è di 1,2).
L’Eurostat, dalla quale questi dati provengono, considera richiedente asilo una persona che domandi lo status di rifugiato o di meritevole di protezione (altra cosa dalla semplice immigrazione) sulla base dei pericoli che corre nel Paese di provenienza. Indipendentemente dal fatto che la domanda sia fatta alla frontiera d’ingresso o già all’interno del territorio dello Stato ospitante (anche nel caso d’ingresso illegale). Sul totale delle 626 mila domande di asilo, nel 2014 la Ue ha dato 359.795 risposte (di prima istanza): 162.770 sono state positive. Meno della metà delle pratiche sbrigate hanno dunque accordato lo status o la protezione richiesti. In Italia, le domande sono state 64.625 (il 143% in più che nel 2013, la crescita maggiore in Europa). I casi considerati sono stati 35.180, dei quali 20.580 hanno avuto una risposta positiva. Più del doppio. Non si possono però fare paragoni sulla generosità delle politiche di accettazione perché le origini dei richiedenti cambiano da Paese a Paese: in Italia, per esempio, le pratiche considerate hanno visto ai primi tre posti pakistani, afgani e nigeriani mentre nel complesso della Ue si è trattato di siriani, afgani e iracheni. È però evidente che la questione dell’asilo deve prendere una dimensione sempre più europea.
@danilotaino