Corriere della Sera

Storia del reato

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L’ex libris di un volume custodito nella biblioteca di un monastero medioevale dice: «Per chi ruba o prende in prestito senza restituire questo libro, che esso si trasformi nelle sue mani in una serpe e lo squarci da capo a piedi. Che egli sia colpito da paralisi e le sue membra siano strappate con la violenza. Che sia lasciato a languire nel dolore gridando misericord­ia e che non abbia mai un momento di sollievo fino a che non gli uscirà di bocca il canto della sua ultima dissoluzio­ne. Che i vermi possano rodere le sue viscere nel nome del Verme che non muore mai, e quando infine si presenterà al giudizio eterno, che le fiamme dell’inferno lo consumino per l’eternità». Aiuto!

Roma Più sobriament­e una iscrizione della Biblioteca ambrosiana dice: «Utere hic libris. Nam Abstrahere anathemate ferit». Traduco liberament­e: «I libri vanno usati qui. Chiunque li porti via sarà colpito da un anatema». Il furto dei libri era un reato particolar­mente grave, e, se commesso in una istituzion­e ecclesiast­ica, un peccato mortale. Sono vecchio e quindi ho la nostalgia dei vecchi, ma a parte questo sono felicissim­o di aver studiato per otto anni il latino (per cinque il greco) anche se dopo ho fatto studi che con il latino nulla avevano a che fare al fine di un’eventuale lettura dei classici. Per prima cosa essendo il latino una lingua molto logica, precisa e razionale, come la matematica, ti insegna e ti obbliga a ragionare (e questo dove non serve?). Il latino poi è padre dell’italiano ( seppure Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 lettere@corriere.it www.corriere.it sromano@rcs.it Risposte alle 19 di ieri

Come la matematica

La domanda di oggi

Massimo D’Alema a Matteo Renzi: il Pd è un partito a forte componente personale e con un certo carico di arroganza. Giusto?

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