Corriere della Sera

Eto’o e Mihajlovic L’Inter riscopre un passato di vittorie

Mancini contro la Samp: «Serve una reazione»

- Fabio Monti

Quando c’erano loro, era tutta un’altra Inter. Sinisa Mihajlovic è stato prima un giocatore di Mancini in nerazzurro dal 2004 al 2006 (uno scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa) e poi il suo vice dal 2006 al 2008 (due scudetti e una Supercoppa); Samuel Eto’o è stato l’attaccante scelto da Moratti e Mourinho per sostituire Ibrahimovi­c nell’estate 2009, dando vita allo storico scambio con il Barcellona (il camerunens­e più conguaglio in denaro). Da interista Eto’ ha centrato cinque trofei nel 2010 (il Triplete, ma anche Supercoppa italiana e Mondiale per club); in più ha vinto la Coppa Italia (29 maggio 2011, doppietta in finale), ultimo trofeo conquistat­o finora dal club: 102 presenze e 53 gol, prima di partire per la Russia (Anzhi).

Adesso che di anni ne ha 34 (compiuti il 10 marzo), è tornato in Italia, via Chelsea ed Everton, e stasera guarderà dall’alto la sua ex squadra, visto che la Sampdoria ha otto punti in più dell’Inter. Dopo le incomprens­ioni di partenza con Mihajlovic all’inizio di febbraio, Eto’o ha raccolto numeri significat­ivi: sette presenze e 11 punti; 403 minuti giocati, un supergol (al Cagliari), due assist, 173 passaggi positivi, 288 palloni giocati, segno che non ha perso la buona abitudine di giocare per sé e per gli altri. A Genova, da interista, aveva segnato il 2-0 alla Samp, in una notte di tramontana (2-0, 27 febbraio 2011) e aveva festeggiat­o a lungo.

Anche se la rosa costruita nel 2012 era molto competitiv­a, prima di sbriciolar­si sotto il peso degli infortuni, la cessione di Eto’o è stato il primo segnale che Moratti stava prendendo in esame l’ipotesi di cedere il club. Sampdoria-Inter resta una partita carica di suggestion­i («per me — dice Mancini — Mihajlovic è come un fratello; sono contento se va al Milan, così ci vedremmo più spesso»), ma la situazione generale dei nerazzurri rischia di soffocare tutto. Vista dalla parte dell’Inter e nonostante la tradizione (tre vittorie nelle ultime tre gare a Marassi), c’è poco da stare allegri: l’eliminazio­ne dall’Europa League contro il Wolfsburg pesa come un macigno; l’ostacolo di stasera è molto alto (Samp lanciatiss­ima); la necessità di far punti per recuperare la sesta posizione è fortissima, con Mihajlovic che però ha spiegato: «Se battiamo l’Inter, sarà un passo in avanti importanti­ssimo verso l’Europa».

Mancini ha cercato di fare coraggio a se stesso e a tutti: «Il dispiacere è tanto; ma dopo 24 ore lo sconforto deve lasciare il passo a cose positive e finire il campionato al massimo, facendo di tutto per centrare un posto in Europa League. Non è vero che un anno senza coppe farebbe bene a tutti. Il presidente Thohir ci è vicino, anche se è dall’altra parte del mondo; è lui che ci tiene su di morale». Il tecnico è convinto che il futuro tornerà a essere a strisce nerazzurre: «L’anno prossimo lotteremo per lo scudetto; faremo la preparazio­ne insieme e faremo anche qualche innesto, perché non credo che ne servano moltissimi. Sono sicuro che la società troverà risorse per fare una squadra competitiv­a; sono troppi anni che le classifich­e ottenute non sono all’altezza della storia di questo club».

Il problema restano gli errori individual­i, soprattutt­o in fase difensiva; anche contro il Wolfsburg si sono viste marcature da scuola calcio. Ma questo è il passato; resta da capire se l’Inter, adesso che potrà giocare soltanto una partita a settimana, migliorerà, come è avvenuto con altre squadre in passato in situazioni analoghe. Altrimenti guarderà gli altri giocare le coppe europee.

Deluso

Roberto Mancini, 50 anni, all’Inter dal 14 novembre 2014 al posto dell’esonerato Mazzarri. In precedenza era stato sulla panchina nerazzurra dal 2004 al 2008 vincendo 3 scudetti, 2 Supercoppe italiane, 2Coppe Italia. Ora ha ottenuto 5 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte in 16 gare, con una percentual­e di vittoria del 38,46. È del 62,17 la percentual­e delle vittorie nelle due esperienze interiste e del 56,31 in carriera (Andreoli)

Mihajlovic Battere l’Inter significa avvicinars­i all’obiettivo dell’Europa Mancini Per me Sinisa è come un fratello. Contento se va al Milan Il sostegno di Thohir «Il presidente ci è molto vicino e ci dà coraggio, anche se è fisicament­e lontano»

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