Corriere della Sera

L’ombra del «K2» sulla Sanremo

Tra i favoriti la coppia Kristoff e Kwiatkowsk­i, mentre gli azzurri si affidano al solito Nibali Il traguardo torna sulla mitica via Roma. Rischio-Poggio per la pioggia prevista nel pomeriggio

- Paolo Tomaselli

Il norvegese, 27 anni, un anno fa ha sorpreso tutti. Ma si è confermato alla grande (19 vittorie da allora) ed è già in gran forma per vincere allo sprint

Oddio è arrivata la Sanremo e non so cosa mettermi. Uno pensa di andare verso il mare in sella a una corsa chiamata Primavera, ma qui invece che sul Poggio si rischia di finire in cima al K2. Non per la neve, che quest’anno di grazia non è prevista. Ma per il fattore K, come Kristoff e Kwiatkowsk­i, ovvero l’ultimo vincitore della Classiciss­ima e il campione del mondo in carica: il velocista e l’attaccante che in modo chiarament­e diverso possono fare l’impresa, in mezzo alla consueta folla di pretendent­i più o meno nobili, da Sagan a Nibali, da Cavendish a Cancellara, passando per Degenkolb, Bouhanni o Matthews.

Già, perché si dà il caso che la doppietta non riesca dal 2000-2001 (Zabel) e che la maglia iridata non vinca addirittur­a dal 1983, con Beppe Saronni. Ah perché ci sono anche gli italiani? Una volta sì, eccome. Ma dal 2006 con Pozzato non vinciamo più e raramente ci siamo andati vicino, facendoci staccare dagli stranieri 55-50 nel conteggio generale. Oggi mettiamo in vetrina il vincitore del Tour, Vincenzo Nibali (terzo nel 2012), che forse ha altro per la testa, assieme a Cimolai e Bonifazio (cresciuto ai piedi della Cipressa) che sono promettent­i ma crudi come i germogli della bassa padana attraversa­ta in mattinata dalla corsa. Lo svizzero, 34 anni, ha vinto nel 2008 e nelle ultime quattro edizioni ha fatto tre secondi posti e un terzo: lui c’è sempre e cerca alleati per attaccare

Però c’è lei, l’italianiss­ima Milano-Sanremo, 106 edizioni e non sentirle, sempre uguale e sempre diversa, una corsa unica al mondo. Anche quest’anno: si lascia il traguardo su Lungomare Calvino, che dal 2008 ha eccitato la fantasia di svizzeri (Cancellara), inglesi (Cavendish), spagnoli (Freire), australian­i (Goss, Gerrans), tedeschi (Ciolek) e appunto Kristoff: si ritorna quasi un chilometro più indietro, sulla mitica via Roma (la prima volta fu nel 1949), ovvero il punto perfetto, in leggera pendenza del 2%, per Lo slovacco è stato beffato due anni dopo la nevicata dal tedesco Ciolek. Ora ha cambiato squadra, ha molte pressioni, ma si è sbloccato alla Tirreno in volata Anche lui ha già vinto, ma a differenza di Cancellara arriva a fari spenti. Però col campione del mondo Kwiatkowsk­i (e Stybar) ha uno squadrone super centinaio di volte, conosce ogni buca e ogni curva. Ma sa che oggi, con un vento contrario forte, potrebbe anche non servirgli.

Perché la Primavera per definizion­e è inafferrab­ile e legata al meteo. Per metà pomeriggio è prevista un po’ di pioggia, che potrebbe rendere la discesa del Poggio, piuttosto tecnica, ancora più difficile per qualcuno: «Là si può perdere la corsa — riflette il campione del mondo nel suo albergo alla periferia di Milano — l’importante quando si vuole attaccare come me è trovare buoni alleati anche per la discesa: promette di essere una Sanremo spettacola­re».

Nibali, lo stesso Cancellara, Van Avermaet, Gallopin, Rui Costa e Pozzato possono essere gli uomini giusti al posto giusto. Sagan si è sbloccato con la sua nuova squadra (e il suo esigente patron russo Oleg Tinkov) vincendo una tappa alla Tirreno-Adriatico: può seguire gli attaccanti, ma anche giocarsela allo sprint di gruppo. Lo slovacco, tra i pezzi grossi, è quello che ha più da dimostrare dopo il clamoroso errore di due anni fa, nell’edizione della Sanremo martoriata dalla neve, quando perse in volata con Ciolek. «Questa volta non sono il favorito numero uno ed è meglio così. Io sono pronto». Il K2 fa ombra, ma si può scalare.

Digiuno Gli italiani non vincono dal 2006 con Pozzato e di rado sono andati vicino al successo

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