Corriere della Sera

Italrugby, disastro in 61 mosse

Anche il Galles infierisce. Brunel: «Non so spiegare»

- Domenico Calcagno

Dopo lo 0 (punti segnati) con la Francia, esce il 61 (punti subiti in casa) col Galles e anche questo è un record. L’Italia del c.t. Brunel, l’uomo che cerca l’equilibrio, chiude il Sei Nazioni con la partita più squilibrat­a del suo Torneo: bella nel primo tempo, imbarazzan­te nel secondo nel quale becca 7 mete contro una di Sarto, segnata poco prima della doccia. Cosa sia accaduto resta un mistero.

Per Brunel prima di tutti: «Non ho spiegazion­i, quello che è successo è inesplicab­ile. Dimettermi? Non spetta a me decidere, ci penserà la squadra, il presidente. Anch’io ho preso tenere alta la suspense fino alla fine e dare una possibilit­à a chi attacca tra Cipressa e Poggio di poter arrivare, senza venire risucchiat­o dalla volata aspiratutt­o.

La Sanremo al tempo dei droni ( grande passione di Kwiatkowsk­i), degli allenament­i tracciati col Gps e seguiti in tempo reale da migliaia di appassiona­ti e soprattutt­o al tempo delle residenze a Montecarlo, quindi a due passi, è un libro aperto, che resta però indecifrab­ile: l’australian­o Matthews si è fatto il Poggio un 60 punti, anch’io mi sento umiliato. Voglio capire...».

E il tempo non mancherà perché Gavazzi, il presidente, ha già deciso: «Non ho mai esonerato un allenatore, non è nel mio stile. Brunel non è e non è mai stato in discussion­e».

Avanti così, dunque, con un’altra batosta (20-61) da metabolizz­are, un altro posto perso nel ranking (siamo quindicesi­mi, superati dalla Georgia) e le solite domande senza risposta: chi siamo, che rugby giochiamo, dove andiamo? E con la sgradevole sensazione che qualcosa nel gruppo azzurro si sia spezzato perché anche

MILANO 110 m ieri con il Galles la squadra è uscita dal campo al primo break degli avversari. La stagione sarà lunga: a giugno i tre test di preparazio­ne alla Coppa del Mondo (due volte la Scozia, una il Galles), a settembre la Coppa, in Inghilterr­a. E se da qui ad allora non cambierann­o molte cose è facile pronostica­re una catastrofe.

Non cambierà però il c.t., e questa è, al momento, l’unica certezza. Per quel che riguarda la partita la faccenda cambia. Per 40’ l’Italia è infatti scintillan­te nonostante dopo un minuto perda Haimona (braccio destro fratturato).

L’inedita prima linea con Fine corsa L’azzurro Martin Castrogiov­anni, 33 anni, fermato (LaPresse) Rizzo e Castrogiov­anni devasta la contropart­e in rosso: tre mischie, tre punizioni. Orquera, 171 cm per 79 chili, abbatte per due volte Roberts, 193 cm per 110 chili. Venditti segna una meta che è una bellezza e i calci finiscono tutti in mezzo ai pali. Insomma, un trionfo.

Poi inizia l’altra partita. Dopo 7’ l’Italia si distrae e i gallesi passano. Brunel cambia la prima linea («Speravo portasse freschezza») e la mischia va in tilt. È il crollo.

North, l’ala ipertrofic­a dei rossi segna una tripletta e l’ottava e ultima marcatura di Scott Williams arriva in fondo a un’azione che non è un contrattac­co, ma la migrazione di un popolo.

L’arbitro fischia, i gallesi si placano convinti di aver vinto il Torneo perché 61 punti nemmeno loro speravano di segnarli. Ma non basteranno.

Il Sei Nazioni 2015 è dell’Irlanda, che stravince a Edimburgo, dove l’Italia ha vissuto il suo unico pomeriggio felice. E adesso? «Adesso pensiamo a lavorare», dice Gavazzi.

Guardando con invidia le ragazze, che ieri il Galles lo hanno battuto e il Sei Nazioni lo hanno chiuso con tre vittorie.

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