Dimenticanze e confusione
È stato verificato che all’aumentare del numero di medicine da assumere cala inesorabilmente la «diligenza» del paziente
in Italia —. Purtroppo tutti i dati a disposizione indicano che pochi si curano secondo le istruzioni date dal medico: uno studio della Società italiana di medicina generale (Simg) su 21 mila ipertesi ha dimostrato che dopo il primo anno solo metà dei pazienti prende ancora i farmaci».
«E dati simili — prosegue Caputi — si osservano per moltissime patologie, soprattutto croniche e senza un rischio immediato per la salute: i medicinali per ridurre il colesterolo o prevenire le fratture da osteoporosi, quelli per diminuire la probabilità di trombi o per tenere bassa la glicemia non eliminano un sintomo fastidioso o un problema che mette a repentaglio la vita, così i pazienti li percepiscono come poco importanti e li dimenticano. Anche perché sono sentiti come un peso, dovendo essere assunti regolarmente e, di fatto, per sempre. Eppure, nel caso dell’ipertensione sappiamo che con un’adesione alla terapia superiore all’80% (in pratica, una situazione in cui vi sia solo un 20 per cento di errori fra mancate assunzioni del farmaco o simili, ndr) il rischio di eventi cardiovascolari come infarti e ictus diminuisce tantissimo. In altre parole le cure funzionano, se sono seguite davvero».
Non farlo comporta costi enormi, perché i medicinali vengono buttati e perché non curarsi o farlo male significa andare incontro a ricadute e ricoveri evitabili; in alcuni casi, poi, prendere i farmaci soltanto per poco tempo è come non averlo mai fatto o addirittura peggio.
«La persistenza della terapia, ovvero curarsi per tutto il periodo indicato dal medico, è infatti un altro punto cardine perché i trattamenti abbiano effetto — sottolinea Claudio Cricelli, presidente Simg —. Se prendo i farmaci per un po’ e poi smetto, credendo di stare bene, la malattia cronica non resta dormiente ma va avanti: quando tornerò ad affrontarla sarà peggiorata e sarà più difficile aggredirla. Un classico è il farmaco anticolesterolo mollato al primo esame in cui i livelli sono discreti, dimenticandosi che il risultato è stato possibile grazie al medicinale. Altrettanto tipico l’abbandono delle terapie croniche quando si prende un’influenza: tutti pensano che interromperle per qualche giorno non possa far male, invece le sospensioni di cura possono avere effetti anche gravi».
«Inoltre — prosegue Cricelli — pochi pensano a quanto siano importanti adeguati controlli periodici, che così vengono spesso trascurati; invece, l’adesione ai test regolari serve a monitorare la terapia e ne è parte integrante, perché è il mezzo migliore per capire se stia funzionando o se debba essere modificata».
L’aderenza ai trattamenti è problematica soprattutto fra gli anziani: i deficit cognitivi, le difficoltà di comprensione da parte dei badanti non italiani (oggi sono almeno un milione gli anziani gestiti da stranieri, spesso senza preparazione specifica) e soprattutto le politerapie rendono complicato seguire le cure nel modo giusto. Stando ai dati dell’Agenzia italiana del farmaco, circa metà degli over 65 prende da 5 a 9 medicinali al giorno, l’11% addirittura più di 10 per le numerose malattie che si accumulano negli anni: anche volendo, pare impossibile non fare errori. Così, secondo la Cochrane Collaboration, all’aumentare del numero di farmaci prescritti cala inesorabilmente la compliance: il tasso medio è dell’80% in chi deve prendere un medicinale al giorno, ma crolla al 50% quando se ne deve assumere più di uno o se i farmaci vanno presi più di una volta al giorno. «Peraltro — interviene Nicola Ferrara, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria — se si mettono in uno stesso “calderone” terapeutico prodotti indispensabili con altri solo di supporto può capitare che il paziente, se non è informato a dovere, faccia a meno del medicinale essenziale per alleggerire il carico complessivo. L’informazione è il nodo cruciale: uno dei principali motivi della scarsa aderenza è il poco tempo dedicato ai malati o a chi si occupa di loro per spiegare chiaramente tutti gli aspetti dei trattamenti e la loro importanza».