Yemen, il presidente in fuga Le milizie sciite all’offensiva
I sauditi in allerta. L’Isis e Al Qaeda pronti ad approfittare del caos
In cerca di riparo Un gruppo di yemeniti cerca di ripararsi durante uno scambio a fuoco nei pressi di una base dell’esercito nei dintorni di Aden, nel Sud del Paese (
In Yemen nulla è certo. E non potrebbe essere diverso in uno Stato che non esiste più.
L’ultimo colpo ieri, con il mistero sulla sorte del presidente in carica Abdel Rabbo Mansour Hadi. Assediato dalle milizie sciite Houthi e dai ribelli dell’ex leader Alì Saleh, il leader sarebbe scappato da Aden. «Sappiamo che ha lasciato la sua residenza», hanno confermato gli Usa. Si è nascosto per dirigere la difesa, hanno invece sostenuto i suoi uomini. Ma fonti locali hanno raccontato di una rocambolesca fuga in battello, probabilmente verso Gibuti. Un evento drammatico preceduto da un disperato appello dello stesso Hadi alla Lega araba affinché invii una forza militare. Richiesta che molti hanno collegato alle mosse della vicina Arabia Saudita che ha ammassato forze lungo il confine.
A innescare questa fase una nuova spallata da parte degli insorti sciiti. Bene armati, hanno sferrato un’offensiva per prendere Aden e la caduta della città potrebbe essere storia di ore. Al loro fianco i militari fedeli all’ex presidente Alì Saleh che ha fatto fronte comune con gli ex nemici. Lo schieramento ha bombardato con i caccia il palazzo di Hadi, ha offerto una taglia di 100 mila dollari sull’avversario, si è impadronito dell’aeroporto della città, quindi ha conquistato la base di al Annad. Un luogo simbolico. Fino a venerdì l’installazione ospitava un centinaio di soldati delle Special Forces americane, elementi che coordinavano i raid dei droni contro Al Qaeda. Ma, vista la mancanza di sicurezza, il Pentagono ha ordinato lo sgombero. Uno smacco.
Proprio nella base i rivoltosi hanno catturato il ministro della Difesa Mahmud Al Subaihi. Un episodio che ha aperto uno scenario imprevisto. Il quotidiano egiziano Al Ahram ha scritto che sarebbe in corso una mediazione in base alla quale Al Subaihi evita lo scontro finale su Aden e in cambio diventa vice di un presidente ad interim Houthi. Manovre che si sono sovrapposte a quelle regionali. Con molti osservatori interessati. Lunedì Riad, preoccupata per la vittoria degli sciiti, ha alzato la voce: «Siamo pronti a prendere le misure necessarie». Monito seguito dallo schieramento di rinforzi alla frontiera yemenita. Tank, reparti scelti e artiglieria pronti a muovere in caso di necessità. E si è anche ipotizzato un intervento diretto nel conflitto civile, con i sauditi che si tirano dietro gli egiziani. Ambienti diplomatici hanno tuttavia suggerito cautela. Un’azione sunnita potrebbe portare ad una risposta degli sciiti con la richiesta d’aiuto all’Iran. E allora