Trichet: l’Italia si è impegnata ma ci sono molte cose da fare
«La Grecia? Buoni gli impegni su evasione e corruzione»
adottato misure impensabili prima della crisi. Se non utilizziamo correttamente il tempo fornitoci ne pagheremo le conseguenze nella prossima crisi. Specie nell’eurozona».
I contribuenti devono temere il Qe o la deflazione?
«Il punto è che in tutte le economie avanzate sono state introdotte misure straordinarie. Il messaggio dato dalle banche centrali ai governi è che bisogna mettere i conti in ordine e introdurre riforme strutturali in modo da elevare il potenziale di crescita. Bisogna chiedersi quanto sia chiaro il messaggio inviato. I contribuenti dovrebbero preoccuparsi delle scelte sbagliate di governi e parlamenti».
Mi può ricordare il suo peggior momento alla Bce, quello più drammatico?
«Ci sono stati quattro momenti assolutamente drammatici, in cui abbiamo dovuto “inventare” misure non convenzionali. Il 9 agosto 2007, la crisi subprime. Il 15 settembre 2008, la bancarotta di Lehman Brothers. Il maggio 2010, quando abbiamo iniziato a comprare bond di Irlanda, Portogallo e Grecia. E poi quello probabilmente più drammatico di tutti, consumatosi tutto in un weekend, fra venerdì 5 agosto 2011 e il lunedì successivo. È stato quando abbiamo inviato le lettere ai governi di Italia e Spagna e abbiamo iniziato a comprarne i bond. Il 40% del Pil dell’eurozona era sotto attacco. In poche ore abbiamo dovuto decidere cosa fare, non avevamo tempo. È stato di gran lunga il periodo più drammatico».
Com’è cambiata l’Italia rispetto all’agosto 2011?
«Io penso che siano cambiate tante cose. La retorica è cambiata. Ci sono state diverse decisioni cruciali da parte di Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi. Certo, rimangono ancora molte cose da fare, ma mi pare che l’Italia sia su un percorso nettamente migliore che in passato. E le riforme strutturali restano importantissime per il Paese».
E la Grecia? Due mesi fa Tsipras vinceva le elezioni. Eppure, poco è cambiato. Che opinione si è fatto su Atene?
«Il nuovo governo si è preso molti impegni buoni, come la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, e altri meno. Mi aspetto che il governo greco capisca che se vuole avere crescita, creazione di posti di lavoro e restare nell’eurozona, deve avere la fiducia della comunità internazionale. Tutta. Non solo i partner europei, che hanno aiutato in modo netto la Grecia. È importante che il programma del nuovo governo sia approvato dai partner internazionali, l’unico modo per riguadagnare la fiducia».
FGoria