Giustizia, nuove tensioni. Alfano: noi nel governo
La precisazione del leader dei centristi dopo le polemiche sulla prescrizione e le divisioni interne al partito Il primo aprile voto finale al Senato del ddl anticorruzione. L’Ocse: per il 90% degli italiani il fenomeno c’è
Novità per le pene accessorie: la durata massima del divieto di fare contratti con la Pa aumenta fino a un massimo di 5 anni
Sanzioni ridotte per chi collabora: sconto (da un terzo alla metà della pena) per gli imputati che aiutano l’autorità giudiziaria
È un emendamento al ddl anticorruzione a intervenire sul falso in bilancio. Pene inasprite: da 3 a 8 anni per le società quotate; da 1 a 5 anni per quelle non quotate; procedibilità a querela solo per le piccole imprese
Nei giorni in cui si avvicina l’«incrocio» parlamentare predisposto con cura dalla maggioranza (la riforma della prescrizione, già votata, passa dalla Camera al Senato mentre la legge anticorruzione, che verrà approvata il 1° aprile, viaggia sul percorso inverso), l’italia va incontro all’ennesimo giudizio negativo in tema di moralità pubblica. L’Ocse, l’Organizzazione per lo sviluppo economico, scrive in un suo documento che in Italia la percezione della corruzione nelle istituzioni governative e locali sfiora il 90%: peggio di quanto avviene in Portogallo, Grecia (80-90%) mentre la classifica dei virtuosi è guidata dalla Svezia (percezione della corruzione al 15%) con una media Ocse inferiore al 60%.
Prima di Pasqua, dunque, nonostante le tensioni con Ncd, il governo punta a incassare un risultato sulla lotta alla
Tra Scilla e Cariddi, tra il dovere della legalità e il diritto alla privacy, Renzi ha preso in mano il delicato dossier sulle intercettazioni ed è convinto che si debba accelerare per arrivare a una riforma del sistema. Il punto non è intervenire sui presupposti che regolano l’uso dello strumento da parte della magistratura, ma porre un argine alla pubblicazione indiscriminata degli atti di un’indagine, specie quelli estranei all’inchiesta: una cosa che non gli va giù, «perché non è roba da Paese civile».
Il premier si era già pubblicamente espresso sull’argomento, e in Consiglio dei ministri era stata approvata una delega ad hoc nel disegno di legge sul processo penale. Il fatto è che il provvedimento è costretto a seguire i tempi del Parlamento e al momento non è arrivato neppure a metà del percorso. Non è un caso infatti che dal testo siano state stralciate le norme sulla prescrizione e sulla corruzione per velocizzarne l’iter. Come non bastasse, peraltro, dopo l’esame delle Camere servirebbero poi almeno altri sei mesi al governo per applicare la delega sulle intercettazioni... corruzione. Dopo il primo sì all’inasprimento dei tempi di prescrizione (approvato alla Camera nonostante l’astensione dei centristi) è stato stabilito che mercoledì 1° aprile in tarda serata verrà messa in votazione in prima lettura al Senato il ddl anticorruzione che porta con sé il ripristino del falso in bilancio come reato di pericolo a anche per le società non quotate in borsa. Ap e Alfano preferivano soglie di non punibilità per le piccole imprese, ma il vero scontro nella maggioranza resta sulla prescrizione, con Alfano che però frena la fronda e chiarisce che non c’è nessuna ipotesi di appoggio esterno e che il partito resterà saldamente nel Governo. Il partito di Alfano — nonostante esca provato dal caso Lupi che si è dovuto dimettere da ministro perché è incappato, seppure non indagato, nell’inchiesta fiorentina sui grandi appalti — è deciso a non mollare la presa sulla prescrizione più lunga ( aumentata della metà) sulla corruzione: «Se uno viene indagato e assolto dopo 22 anni che gli frega di essere assolto?», ha argomentato il ministro dell’Interno. Che ha aggiunto: «Il punto è la durata del processo. Il cittadino deve sapere che c’è un momento In Senato Sopra, Nicola Morra (M5S) si tura il naso con una molletta durante i lavori sul ddl anticorruzione in Aula, ieri semideserta, foto sotto ( in cui lo Stato dice basta perché non ce la fa a dimostrare la sua colpevolezza». Alfano poi dice che «i sottosegretari indagati non si devono dimettere» e conferma che in tutte le questure ci saranno «nuclei speciali per contrastare la corruzione: a breve partirà la formazione della polizia».
Per il ministro della Giustizia Orlando — che si è impegnato ad accogliere al Senato le richieste dei centristi sulla prescrizione — con Alfano è pace fatta: «Per il ddl anticorruzione non c’è alcun timore per Ncd». Sul nodo degli appalti trasparenti c’è da registrare poi un piccolo passo in avanti al Senato: è stato incardinato in commissione il ddl di Zanda (Pd) sulla qualità architettonica che contiene la delega al governo per la modifica del codice degli appalti.
Il «responsabile» L’idea di un «soggetto responsabile» che risponda di eventuali violazioni L’iter Il governo non ha ancora deciso quale strumento usare per accelerare l’iter