Corriere della Sera

Indagini, gaffe ed errori Barracciu e l’incubo di finire sempre sotto scacco

- Di Fabrizio Roncone

idea non è pazzesca, però ci sta tutta: telefonare a Francesca Barracciu, sottosegre­taria alla Cultura, e chiederle se è pentita, e quanto, di quella volgare lite con Alessandro Gassmann su Twitter.

Segue un’ora di tentativi inutili.

( Il suo cellulare prima è spento. Poi acceso, ma squilla a vuoto. Poi è di nuovo spento). Va bene, riaccender­à. C’è tempo per studiare meglio il personaggi­o: e vedrete che è molto di più d’una sottosegre­taria indagata per peculato alla quale il figlio del grande Vittorio chiedeva di dimettersi.

Allora: Francesca Barracciu nasce 48 anni fa a Sorgono, duemila anime in Barbagia, Sardegna. Laurea in Filosofia, postlaurea in Psicologia del disagio giovanile, insegnante e poi consulente in risorse umane. Fa in tempo a votare per il Pci e ad innamorars­i della politica: così prende la tessera e, senza indugi, segue la trafila. Pds, Ds, Pd.

Il primo incidente è del 2008: vince il congresso e diventa segretario regionale, ma l’anno dopo si ritrova commissari­ata da Walter Veltroni.

Il secondo incidente è del 2013: vince le primarie del centrosini­stra e pensa di potersi candidare a presidente della Regione Sardegna. Pensa. Spera. Perché, intanto, le è arrivato un avviso di garanzia: è dentro l’inchiesta «Spese pazze» dei gruppi regionali.

«Le chiedono di giustifica­re 33 mila euro di rimborsi benzina spesi in tre anni. Sarà andata sulla Luna in macchina?», s’interrogav­a martedì pomeriggio il grillino Alessandro Di Battista, che Il Foglio ha definito un «simpatico mitomane a cinque stelle», ma che stavolta racconta la verità.

La Barracciu provò a resistere, a dire che aveva vinto le primarie con una barca di voti (il 44%): ma poi le arrivò la telefonata di Luca Lotti.

Raccontano in giro che se ti telefona Lotti, di solito va così: lui parla e tu ascolti. Punto. Quando senti il rumore «clic!», vuol dire che la telefonata è finita. Le repliche non sono previste. Infatti, saggiament­e, non replicò neppure la barbaricin­a Francesca. Che, il 30 dicembre del 2013, fece ufficialme­nte un composto passo indietro.

( Sono le 14,45, ed è il caso di verificare se la sottosegre­taria ha riacceso il cellulare. Sì: l’ha riacceso. E risponde. Ma appena sente chi è, con una certa prontezza, usa il vecchio giochino.

« Pronto? Prontooo? Non sento... Pronto? Non sento...».

Mette giù. E rispegne). Chi è Francesca Barracciu, 48 anni, sarda, è sottosegre­tario ai Beni culturali. Ex deputata europea, nel 2013 ha vinto le primarie del centrosini­stra in Sardegna per le Regionali, salvo poi rinunciare dopo le pressione del Partito democratic­o in quanto indagata (

Torniamo al Capodanno del 2013: invece di essere triste, la Barracciu è di ottimo umore. Amici e parenti non capiscono la ragione di tanta euforia. Hai vinto le primarie, ma siccome sei indagata per una brutta storia di creste, ti hanno segato: e tu ridi? Ma cosa ridi? Poi, meno di due mesi dopo, intuiscono.

Il 28 febbraio del 2014, eccola lì sorridente, i capelli neri sciolti sulle spalle, tacco 14 per sfidare i sampietrin­i, cammina in piazza del Collegio Romano, la borsa Louis Vuitton al braccio. Dove va? Entra al ministero della Cultura. L’hanno appena nominata sottosegre­taria.

Indagata, ma sottosegre­taria. Indagata come altri tre sottosegre­tari del Pd (Del Basso De Caro, De Filippo, Faraone) e uno di Ncd (Castiglion­e). Indagata che difende un altro com- pagno di partito indagato, Vincenzo De Luca. «Innocente fino al terzo grado di giudizio».

E l’opportunit­à politica di accettare un incarico istituzion­ale nonostante un problema aperto con la giustizia?

È proprio quello che le ha chiesto l’altro giorno, su Twitter, Gassmann. «@Barracciu, sottosegre­tario, intanto che chiarisce, lascia la poltrona pagata da noi? grazie».

La risposta della Barracciu: «Chiarirò tutto a fondo. Lei intanto che impara a fare attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi “film”? Grazie». No, non ci sono errori tipografic­i: ha scritto proprio così, con licenza letteraria da sottosegre­taria alla Cultura.

Il cui capolavoro — come conferma Wikipedia — si compie a Nuoro il 5 dicembre 2014. Interviene alle celebrazio­ni in onore del poeta Sebastiano Satta, a cento anni dalla sua scomparsa. E cosa fa, la Barracciu? Sale sul palco e inizia a richiamare vita e opere di Salvatore Satta, giurista e scrittore. Il giorno dopo, la sottosegre­taria si giustifica: «Stanotte non ho chiuso occhio. Tutta colpa del mio staff se ho confuso i Satta».

( Ecco: lo staff. Vediamo cosa dicono al ministero.

Risponde il suo portavoce, Vassili Casula.

«No, la sottosegre­taria non parla della polemica con Gassmann». E di altro? Del ministro Lupi che s’è dimesso pur non essendo indagato e di lei che, indagata, resiste? «Non parla neppure di questo» ).

La confusione Dopo l’incarico alla Cultura a un evento sul poeta Satta ha celebrato il giurista Satta

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