Corriere della Sera

La busta di contanti a casa Perotti In un foglio la «contabilit­à occulta»

No del giudice alla scarcerazi­one. Le parole di un intercetta­to: siete voraci come lumache

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Altre buste piene di contanti, altre «mazzette» ritrovate a casa degli indagati. E così dopo la decisione negativa per l’alto funzionari­o delle Infrastrut­ture Ercole Incalza, arriva il «no» del giudice di Firenze anche alla scarcerazi­one del manager Stefano Perotti, entrambi finiti in cella con l’accusa di corruzione, concussion­e e turbativa d’asta. Al centro dell’inchiesta della procura di Firenze rimane la società «Green Field System» che proprio lui decise di fondare, pur affidandon­e la responsabi­lità a propri dipendenti. Cassaforte di un «sistema» di controllo degli appalti per le Grandi Opere che in 15 anni avrebbe consentito a lui e Incalza di gestire lavori per 25 miliardi di euro e, accusano i pubblici ministeri, prendere tangenti per almeno 250mila euro. Chi è Stefano Perotti, 57 anni, nato a Roma, imprendito­re, arrestato per l’inchiesta sulle Grandi opere quei fascicoli?» e nelle conversazi­oni successive Pacella chiede di portare i «saluti finali» con Pica che sostiene di poterli «salutare in modo diverso». Il giudice ritiene che si tratti di un linguaggio in codice utilizzato in realtà per accordarsi sulla consegna dei soldi. E infatti nel provvedime­nto scrive: «A dirimere qualsiasi dubbio sulla vera natura dei “saluti finali” è la risposta di Pica. Egli infatti, sorpreso e infastidit­o, replica: «Siete voraci, siete come le lumache». «Per me la “Green Field” è tutto così, è un po’ di là, cioè serve solamente per pagare e per avere dei favori da ...». Ma anche la risposta del suo collega Marco Fiorini che risponde: «Sì si ma ... è proprio nell’oggetto... almeno fino a un po’ di anni fa... da quanto so io di “Green Field” praticamen­te è, era una società di pubbliche relazioni con il mondo parlamenta­re». Questo, sottolinea il giudice «conferma la circostanz­a secondo cui Perotti ha, di fatto, finanziato la società che aveva come scopo quello di pagare personaggi istituzion­ali».

Quanto basta, dice il gip, per ritenere «che il quadro indiziario si sia ulteriorme­nte aggravato, nessuna circostanz­a nuova è intervenut­a a modificare o attenuare le esigenze di tutela della collettivi­tà già espresso nell’ordinanza che applica la custodia cautelare in carcere. Del resto solo il perdurare della misura può far venire meno l’immagine personale e profession­ale di Perotti che può aver indotto i suoi interlocut­ori za concorrere nelle sue azioni criminose e gli imprendito­ri a rivolgersi a lui per l’affidament­o delle varie direzioni dei lavori».

La vicenda

Sono 51 gli indagati (comprese 4 persone arrestate) dai pm di Firenze nell’ambito dell’inchiesta «Sistema» sulla gestione illecita degli appalti delle Grandi opere

Il sistema Per i magistrati la società dell’imprendito­re serviva a «pagare personaggi istituzion­ali»

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