Le spine della Casa Bianca: Michelle licenzia la fiorista Laura Dowling accompagnata fisicamente alla porta alla vigilia di San Valentino. Mistero sul dissidio
proiezione di forze all’estero. Gli esperti militari sono divisi sulle reali capacità operative della nuova ammiraglia giapponese: un’unità destinata alla sorveglianza delle coste e ai soccorsi umanitari o una nave da guerra che imbarca anche 500 fanti di marina pronti a salire sugli Osprey? Il pensiero va inevitabilmente alla contesa sulle isole Senkaku, controllate dal Giappone e rivendicate dalla Cina come Diaoyu.
In Asia bisogna fare i conti con i simboli e la memoria del passato. Quest’anno cadono i 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e russi e cinesi hanno annunciato l’organizzazione di due grandi parate: a Mosca il 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista e a Pechino il 3 settembre per la disfatta del Giappone imperialista nel teatro del Pacifico.
I due appuntamenti hanno tutte le caratteristiche di una sfida di potenza diplomatica. L’avventura di Vladimir Putin in Ucraina ha già fatto decidere alla Casa Bianca e alla maggior parte dei capi di governo europei di disertare la Piazza Rossa,
La Dowling è stata mandata via venerdì 13 febbraio, ma della cosa non si è saputo nulla per sei settimane. Pare che sia stata addirittura «scortata fisicamente» alla porta, hanno raccontato alla stampa Usa alcune anonime fonti della Casa Bianca quando la storia è venuta fuori. A quel punto, dopo qualche risposta evasiva, è arrivato un comunicato addirittura enfatico della presidenza nel quale si elogia la Dowling senza però spiegare perché ha lasciato senza preavviso l’ambitissimo incarico, conquistato affrontando una selezione severissima. L’aveva ereditato da Nancy Clarke, che è rimasta alla Casa Bianca per 30 anni. Laura, una fiorista di scuola francese, celebre per le sue decorazioni molto leziose, per adesso non ha, invece, un successore.
A chi le ha chiesto il perché del suo allontanamento ha risposto che si è dimessa lei perché vuole fare altro nella vita. Non molto credibile ma, soprattutto, è curioso che la risposta l’abbia data attraverso uno dei più celebri e agguerriti studi legali della capitale americana: più un messaggio cifrato che una nota stampa. E allora rischiano così di fare da testimoni e comparse in una grande rappresentazione di retorica anti-giapponese.
Per Shinzo Abe sembra quasi una trappola. Il leader giapponese insegue una normalizzazione nei rapporti con la Cina, ma non vuole rinunciare alla sua linea nazionalista. Il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha detto che Abe è invitato «come tutti i rappresentanti dei Paesi interessati al conflitto». Ma poi ha aggiunto: «Daremo il benvenuto a chi ha animo sincero: 70 anni fa il Giappone ha perso la guerra, 70 anni dopo non deve perdere la sua coscienza. Il nostro obiettivo è ricordare la storia, Al lavoro Laura Dowling quando era ancora alla Casa Bianca ( non resta che raccogliere le voci che circolano alla Casa Bianca: la first lady sempre più insofferente per lo stile eccessivamente elaborato, barocco, della orgogliosa Dowlind. La rottura quando Michelle ha cambiato, modernizzandolo, l’arredamento di alcune camere, come una sala da pranzo nelle quale di recente i visitatori sono rimasti sorpresi nel trovare mobili degli anni Cinquanta del Novecento e opere d’arte contemporanea. Che da qui sia nato un alterco che ha portato al licenziamento su due piedi, è tutto da dimostrare. Ma Michelle è un tipo «fumantino» che le cose non le manda a dire. Nemmeno al presidente.