Corriere della Sera

Il quiz di Matilde: «Indovinate quali sono le mie»

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che interpreta­no le storie di chi fugge, usando come filo conduttore il simbolo delle scarpe. A seguire, un dibattito con Loris De Filippi (presidente di Msf Italia), Gian Antonio Stella (autore di «L’orda») e Moussa Zarre, giovane della Costa D’Avorio

Sul sito

alcuni dei 400 operatori italiani di Medici senza frontiere (dottori, infermieri, logisti ecc.) raccontano le loro esperienze sul campo

«Queste sono le mie scarpe — scrive Matilde Ner, milanese, dal Mozambico —. Ci sono anche quelle di Marta, di Patience e di Theodora. Ci siamo fatte questa foto uno dei tanti mercoledì in cui Medici senza frontiere e la sua clinica mobile vanno nel mercato di Kwachena a Tete, nel Mozambico più rurale.

In queste bizzarre vetture attrezzate, Msf offre alle popolazion­i del luogo test gratuiti per l’Hiv e per altre malattie trasmissib­ili, dispensa i farmaci necessari a chi ne ha bisogno, fornisce supporto psicologic­o. Marta, Patience e Theodora sono prostitute dello Zimbabwe arrivate più o meno legalmente in Mozambico alla ricerca di una vita migliore. Vendono il loro corpo al prezzo equivalent­e di un caffè. Dieci caffè al giorno, senza preservati­vo. Queste ragazze camminano portandosi dietro storie atroci fatte di discrimina­zione, ipocrisia e ignoranza. Storie estreme, che le loro estremità cercano se possibile di nascondere, di sdrammatiz­zare: un paio di sneakers, due linde ballerine, le sbarazzine infradito verdi o quelle di pelle. E ora indovinate quali sono le mie!». La campagna Medici senza frontiere (Msf), la maggiore organizzaz­ione non governativ­a medico-umanitaria al mondo, lancia oggi una campagna di sensibiliz­zazione dedicata alle persone in fuga

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