Ricordati di vivere (in salute)
Il gioco di Apple Watch che ci stimola a fare sport e a mangiare verdura
Un «memento mori» allacciato al polso. Questo s a r à L i fe Clock, la nuova applicazione per l’Apple Watch, capace di visualizzare la tua aspettativa di vita, calcolando i parametri dello stato fisico e delle abitudini quotidiane che ti riguardano. Dunque: hai mangiato la razione di verdura giornaliera consigliata dalla medicina? Bene bene, hai guadagnato 36 minuti sulla tua deadline. Hai fatto bisboccia tutta la notte? Ahi ahi ahi, 25 minuti in meno, caro mio, la prossima volta pensaci bene prima di commettere simili imprudenze. Ti sei ricordato di fare la tua mezz’oretta di corsa quotidiana? Complimenti, il conto alla rovescia si allunga. E così via.
«Vogliamo incoraggiare le persone a fare delle scelte giuste, dando una dimostrazione tangibile di come le nostre azioni di oggi abbiano un impatto sul futuro», ha spiegato al blog di Mashable Tom Le Bree, partner di Rehabstudio, l’azienda che ha progettato l’orologio-memento.
Il Life Clock è l’ultima trovata, forse l’atto estremo (si potrebbe dire la deadline se non si esagerasse con l’inglese), del cosiddetto e-health, cioè l’approccio digitale fai da te alla salute e al benessere individuale, un settore in grande espansione, dicono gli esperti. I quali ci informano che l’anno scorso è stata inaugurata con successo la piattaforma HealthKit, resa disponibile su iPhone, con l’obiettivo di raccogliere tutte le notizie relative al proprio stato fisico: ore di sonno, movimento e calorie consumate, battito cardiaco, pressione, indice di massa corporea, glicemia, colesterolo e chi più ne ha più ne metta, una specie di check up perennemente in diretta. Il motto è: «Controllare, gestire, interagire con la nostra salute».
C’è poi ResearchKit che, promettendo il massimo di riservatezza, invita a mandare i propri numeri e coefficienti nella sua banca dati perché possano essere elaborati in un megacentro a beneficio della ricerca e dunque del benessere dell’umanità.
In una famosa scena di «Non ci resta che piangere», Massimo Troisi affacciato a una balconata nella Firenze di Savonarola, si sentiva dire da un chierico vagante: «Ricordati che devi morire!». «Come?» chiedeva incredulo. «Ricordati che devi morire!», ripeteva l’altro con voce sempre più tonitruante. «Va bene...». Alla terza intimazione, Troisi balbettava: «Sì, no... mo’ me lo segno, mo’... non ti preoccupare», e spariva nell’ombra un po’ intimidito.
Non siamo più nel Medioevo dei monaci millenaristi, ma c’è ugualmente chi si preoccupa di richiamarci al nostro destino mortale. Non per invitarci a salvare l’anima prima che
Molte le funzioni: potrà essere usato per fare chiamate, ricevere news, inviare email, guardare video e foto, e in allenamento controllare il battito cardiaco e misurare le calorie bruciate sia troppo tardi, ma per offrirci la splendida e impagabile opportunità di arrivare in perfetta forma all’estrema unzione. Che comunque, a quanto pare, resta ancora, nonostante Life Clock e ResearchKit, alquanto inevitabile.
Può essere una gran soddisfazione, esalare l’ultimo respiro sapendo di aver fatto, tutti i giorni, l’impossibile per rimandarlo. Ma se guadagnare tempo prima della resa rimane un’ambizione umana troppo umana, Life Clock è indubbiamente uno strumento efficacissimo per farne un’ossessione ansiogena che si aggiunge alle infinite altre che la tecnologia ha il potere di alimentare.
Finire dallo psichiatra con impeccabili valori del colesterolo, della glicemia, della massa corporea, dell’azotemia e della creatinina... potrebbe comunque rivelarsi fatale a livello neurologico. Urge un orologio con applicazione che ci indichi la deadline del cervello. Arriverà l’anno prossimo, potete contarci.
Tom Le Bree Vogliamo dare una dimostrazione tangibile di come le nostre azioni di oggi abbiano un impatto sul futuro Al polso Ogni giorno calcola l’impatto delle cattive abitudini e il valore dei comportamenti virtuosi