IL MERITO AL GOVERNO MODELLO SINGAPORE
25 anni con la Kennedy School of Government di Harvard per farvi studiare i suoi studenti più brillanti). Ogni anno 4-500 giovani vengono finanziati con queste borse di studio: come se da noi lo Stato sostenesse così gli studi di 5.000 studenti nelle migliori università italiane e all’estero. La Public Service Commission si occupa anche di inserire questi bravissimi laureati nel settore pubblico attraverso carriere fast track (scorciatoie) e per 4 o 5 anni vengono formati e ulteriormente selezionati per posizioni prestigiose nella amministrazione pubblica, spesso appena trentenni.
Lee Kuan Yew sottolineava due leve essenziali per fare fiorire questo modello meritocratico. La prima è il rispetto della legalità, soprattutto attraverso una lotta senza quartiere alla corruzione: qualche anno fa, Beppe Severgnini scrisse su questo quotidiano che era rimasto sorpreso quando scoprì che a Singapore, nelle mense e nelle tavole calde, la gente lascia il proprio portafoglio e il cellulare come segnaposto prima di mettersi in coda. La seconda leva è rappresentata dal sistema educativo, uno dei migliori al mondo che è servito non solo a selezionare e formare una eccellente classe dirigente della amministrazione pubblica, ma anche a elevare la formazione di tutta la popolazione per le competenze della vita e del lavoro.
Un modello replicabile da noi? Forse. Negli ultimi 8 anni chi scrive ha proposto a più di un governo un piano ( l’ho chiamato «mille leader per la PA»), basato su concetti simili. Una selezione dei migliori diplomati delle scuole superiori con test standard tipo Invalsi (non la maturità che continua a sfornare al Sud il doppio dei cento e lode che al Nord), per farli studiare nelle migliori università. Poi, per i più brillanti, l’istituzione di borse di studio «ricche» per frequentare atenei all’estero. Al rientro questi giovani verrebbero inseriti in progetti di grande visibilità con programmi di carriera su misura, vincolati a dedicare almeno 5 anni della loro carriera nel settore pubblico.
Ma il programma non è mai partito, e non bisogna stupirsi. Gli attuali vertici della PA al centro e sul territorio non sono stati scelti con criteri meritocratici, quindi non possono essere interessati al progetto.
Forse, in occasione dei funerali di Lee Kuan Yew, qualche leader politico italiano potrebbe porgere un omaggio a un vero alfiere del merito, pensando a come organizzare in Italia una Public Service Commission su modello di Singapore. Una iniezione di merito nella nostra PA non trasformerà l’Italia in una tigre asiatica, ma può aiutarla a crescere.