NEL CAMPIONATO DELLE PRESENZE A GETTONE ALLA FINE CROTONE HA BATTUTO AGRIGENTO
Deve essere colpa della Magna Grecia. Retaggio culturale di quei giorni di lontani splendori. Nelle piazze di Kroton e Akragas fiorivano centri studi che formavano filosofi e letterati: i celebri intellettuali della Magna Grecia. Quel gusto per la discussione, l’argomentazione sofisticata, il ragionamento era una ricchezza. Poi, col passare dei secoli, «intellettuale della Magna Grecia» è diventata l’espressione con cui l’Avvocato Agnelli definì con spregio il premier De Mita e i ragionamenti sono ormai i «raggionamenti» con due g dello statista dc di Nusco. Fino ad oggi. Dove la propensione a discutere, cavillare, dividersi, nel 2014 ha prodotto 1.478 riunioni delle commissioni consiliari del Comune di Crotone (l’antica Kroton). Per un totale di 357 mila euro di gettoni di presenza ai «commissari» presi dai soldi dei contribuenti. Primato raggiunto a spese dell’altro centro della Magna Grecia, Agrigento (l’antica Akragas), che deteneva il record: 1.133 riunioni, ovvero 285 mila euro di gettoni di presenza a carico della collettività.
Forse il capoluogo siciliano ha mollato il colpo perché preso dall’inseguimento di un’altra «primizia»: un futuro sindaco, Silvio Alessi, che può contare sul sostegno «bipartisan» del Pd e di Forza Italia. Nuovo record in arrivo. Le cifre di Crotone e Agrigento sono da brivido. Ma se le si declina dall’anno intero alla giornata-tipo del Comune (pd a Crotone, commissario ad Agrigento) si arriva a situazioni da comica finale: commissioni che si riuniscono fino a otto volte al giorno, calcola Il Crotonese, il foglio locale che ha scatenato il caso.
Ma non finisce qui: proprio ieri Il Corriere del Mezzogiorno ha rivelato che nei primi 4 mesi dell’anno i 36 consiglieri del Comune di Bari (Pd) sono già costati 300 mila euro di indennità per l’attività nelle 11 commissioni comunali. Tetto di 2.400 euro ciascuno già raggiunto da tutti e 36. Il primato di Crotone è già minacciato. E Bari non era neppure in Magna Grecia. Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it ppure in trent’anni Lee Kuan Yew ha creato infrastrutture eccellenti, un ecosistema che ha favorito l’innovazione in molti settori industriali e di servizio e ha migliorato enormemente la qualità della vita dei suoi cittadini. Quando lo incontrai a Hong Kong circa 15 anni fa e gli chiesi tre lezioni da imparare da questo straordinario successo mi rispose «Meritocracy , meritocracy, meritocracy». Ed era vero. Questo straordinario leader (laurea a Cambridge con lode e considerato da Henry Kissinger «l’uomo più intelligente dell’Oriente») aveva capito che, non potendo contare sui petrodollari, doveva fare leva sull’unica risorsa che aveva: il capitale umano. Ha così creato l’amministrazione pubblica migliore del mondo, di gran lunga superiore a quella francese, per decenni modello di riferimento per molti governi occidentali e motore dello sviluppo del Paese.
La Costituzione di Singapore stabilisce la meritocrazia come un principio fondamentale e prevede un apposito organo, con rango costituzionale e super partes per sorvegliarne la attuazione, la Public Service Commission. Questo organo da anni si preoccupa di selezionare e attrarre nel servizio pubblico i migliori talenti e poi di seguirli nel loro sviluppo professionale. La selezione inizia al quarto anno delle scuole elementari e il 6-7 per cento dei migliori ragazzi vengono avviati a percorsi formativi eccellenti, nelle scuole secondarie e nelle università. I migliori ricevono borse di studio per andare nelle più ambite università di Singapore e all’estero (Singapore ha un accordo da