Corriere della Sera

«Imprese e crescita Più strumenti per il risparmio»

Padoan al Salone di Milano. Fondi protagonis­ti

- Giuditta Marvelli Francesco Di Frischia

Volano le esportazio­ni a febbraio verso i Paesi extra Ue. Secondo i dati diffusi ieri dall’Istat l’export ha registrato un aumento del 4,5% rispetto a gennaio di quest’anno e del 7,1% rispetto a febbraio 2014. Il rialzo congiuntur­ale è trainato dai beni strumental­i (+13,7%) ed è dovuto in gran parte alla vendita di mezzi di navigazion­e marittima. A febbraio scorso l’avanzo commercial­e tra l’Italia e i Paesi extra Ue è stato pari a 2.840 milioni di euro, ricorda l’Istat, in rialzo rispetto ai 1.338 milioni di febbraio 2014. Il surplus nell’interscamb­io di prodotti

Numeri da record con 162 miliardi di raccolta negli ultimi 14 mesi. E molte speranze di incroci produttivi tra la ripresa e i portafogli delle famiglie. Il risparmio — protagonis­ta del sesto Salone a tema, iniziato ieri all’Università Bocconi e aperto fino a venerdì 27 marzo — chiede ancora alla politica di diventare un obiettivo strategico. «L’interesse per i fondi è altissimo in tutta Europa dove nel 2014 la raccolta netta ha superato i 600 miliardi — ha detto Giordano Lombardo, presidente di Assogestio­ni, l’associazio­ne delle sgr attive in Italia che organizza l’evento —. Ma l’industria italiana dei fondi, che vale il 15% dei flussi europei, cresce ad un ritmo tre volte superiore rispetto alla media».

La discesa dei tassi al minimo che spinge i risparmiat­ori a non energetici è pari a 5 miliardi rispetto ai 4,7 di febbraio 2014. Le importazio­ni sono, invece, cresciute dell’1,1% su base mensile e diminuite del 4,1%, con la marcata contrazion­e degli acquisti di energia (-32,7%). Anche le vendite di beni di consumo durevoli (+5,5%) e di energia (+2,4%) sono in espansione rispetto al mese precedente. Quanto alla crescita dell’export di febbraio su base annua, essa è determinat­a dai beni strumental­i (+19,9%) e, in misura minore, dai prodotti intermedi (+4,6%). Le vendite di energia sono, invece, in forte calo cercare rendimenti in impieghi diversi dal fai-da-te e il ritorno della voglia di accantonar­e per il futuro — anche se in molti casi lo si fa ancora per paura dell’ignoto post crisi e non per un definitivo ritorno della fiducia — sono tra le ragioni che guidano il boom e che sono state citate, con accenti diversi e analisi simili, anche dal ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e dall’ex Cancellier­e tedesco Gerhard Schroeder, intervenut­i alla conferenza di apertura.

Negli intenti dell’industria, del governo e delle istituzion­i europee tra le prossime sfide c’è quella di un maggior raccordo tra l’economia reale e gli investimen­ti dei privati. «Il risparmio gioca un ruolo principale per individuar­e canali alternativ­i al finanziame­nto alle imprese — ha detto Padoan —.

I flussi di capitale (miliardi di euro) Lo dimostrano le evoluzioni della normativa europea relativa agli Eltif, i fondi per l’investimen­to di lungo termine che sotto la presidenza italiana, ha avuto un importante accelerazi­one». I fondi che portano anche nei portafogli delle famiglie i titoli delle piccole imprese non quotate e quelli delle grandi opere infrastrut­turali possono creare una cinghia di trasmissio­ne (finora inesistent­e o quasi) tra la crescita che l’Europa spera di ritrovare e il (-23,9%) paragonand­o i dati su base annuale. I mercati di sbocco più dinamici sono stati il mese scorso soprattutt­o Stati Uniti (+49,3% che si riduce a +24,8 al netto dei mezzi di navigazion­e marittima) e Turchia (+10,7), mentre sono in marcata flessione le vendite verso Russia (-28,5) e Paesi Mercosur (Mercato comune dell’America meridional­e -17,6). In forte calo le importazio­ni dai Paesi dell’Opec (-24,7) e Russia (-23,3).

Lombardo I fondi italiani crescono a un tasso tre volte superiore a quello europeo, dove peraltro la raccolta ha superato quota 600 miliardi

desiderio di investire per il proprio futuro dei singoli cittadini. Non sono strumenti adatti a tutti — ha chiarito Lombardo — la maggioranz­a degli asset privati dovrà restare impiegata in strumenti tradiziona­li e meno rischiosi. Ma se anche solo una piccolissi­ma parte, quella che può permetters­elo con reciproco vantaggio, si mettesse in gioco per la ripresa il sistema avrebbe un nuovo impulso.

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