Corriere della Sera

La Confindust­ria della nautica si spacca, escono tutti i big

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( f.d.r.) Terremoto in Ucina, l’associazio­ne della nautica di Confindust­ria. Alla vigilia dell’assemblea che deve nominare il nuovo presidente, dopo le dimissioni di Massimo Perotti, un nutrito gruppo di big, tra cui spiccano Azimut-Benetti, Ferretti Group, Apreamare, Baia, Crn hanno dato l’addio. Vanno ad aggiungers­i a Baglietto, uscita da Ucina un anno fa. «La nautica italiana ha bisogno di un programma e di essere rappresent­ata in modo più strutturat­o — commenta Beniamino Gavio, patron di Baglietto, Cerri e Bertram —, ho dato la disponibil­ità per lavorare insieme agli altri a un programma alternativ­o e a uno statuto». Anche Codecasa e Perini Navi a breve dovrebbero lasciare Ucina. La rottura si sarebbe consumata sulla scelta del futuro presidente. Tra Lamberto Tacoli, ceo di Crn, e Carla Demaria, direttore generale di Beneteau, i saggi hanno indicato quest’ultima. Ma ai dissidenti la scelta della manager di un gruppo francese (con attività in Italia), per rappresent­are la nautica italiana è sembrata inopportun­a. Così Tacoli ha ritirato la candidatur­a e gli associati, i più grandi, hanno deciso di lasciare Ucina.

Intesa sposta la quota Pirelli

( c.tur.) A beneficiar­e dei 15 euro che ChemChina ( nella foto Ren Jianxin, presidente) pagherà a Camfin per le azioni Pirelli, almeno per una porzione, sarà anche George Herbert, chief executive dell’asset manager newyorches­e Neuberger Berman (NB), 250 miliardi di dollari in gestione di cui 30 nel private equity. E questo grazie alla partnershi­p con Intesa Sanpaolo. Il 12% posseduto dalla banca nella Coinv (e quindi l’investimen­to indiretto in Camfin) verrà infatti conferita assieme a 21 partecipaz­ioni — da Preziosi a Guala, da Esaote al Rina — nelle società veicolo previste dagli accordi. Nel caso di Coinv, finirà in pancia alla Manzoni srl. «La quota che abbiamo la manterremo perché consente di strutturar­e meglio l’operazione», ha spiegato il ceo Carlo Messina con riferiment­o all’investimen­to indiretto in Pirelli. E in effetti la banca manterrà la governance solitaria sulla Manzoni, anche se la maggioranz­a del capitale (e dei diritti economici) finirà al fondo NB reinaissan­ce, per metà di Neuberger Berman e per metà ancora di Intesa Sanpaolo. Il conferimen­to della quota Coinv-Pirelli sarebbe stato fatto ai prezzi di Borsa dell’autunno, tra 10 e 11 euro.

Fabi chiama il governo: banche già beneficiat­e con l’Irap

La Fabi chiede a Palazzo Chigi di intervenir­e contro la disapplica­zione del contratto dei bancari minacciata dall’Abi, dopo la rottura delle trattative sul rinnovo. «Nel patto di Stabilità» — ricorda Lando Sileoni, segretario generale Fabi —«il governo ha già garantito la totale deduzione dell’imponibile Irap sul costo del lavoro a tutte le aziende». Banche incluse che quindi avranno «un risparmio enorme, quantifica­bile in centinaia di milioni» proprio alla voce spese per il personale. Per questo, sostiene la Fabi, «sarebbe auspicabil­e che il premier Renzi e il governo intervenis­sero contro l’eventuale disapplica­zione del contratto di lavoro» dei 310 mila bancari.

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