Corriere della Sera

«Con gli stimoli Bce spinta dell’1% al Pil»

Draghi alla Camera: ci sono troppe microimpre­se che non crescono. Le banche italiane? Costano troppo Nel mirino produttivi­tà e procedimen­ti civili. E per «Fortune» è il secondo leader più influente al mondo

- S.Ta.

Ci sono segnali che indicano come «la ripresa, fino ad ora debole e irregolare, stia acquistand­o forza e stabilità». Il presidente della Bce, Mario Draghi ha espresso il suo ottimismo sull’economia anche nel Parlamento italiano, dove è intervenut­o ieri per la prima volta dopo la sua nomina al vertice della Banca centrale europea. Un ottimismo, il suo, però condiziona­to: la ripresa, dovuta agli effetti positivi del crollo dei prezzi del petrolio, della politica monetaria espansiva — che secondo i dati della Banca d’Italia, citati dallo stesso Draghi, dovrebbero portare un aumento aggiuntivo del Pil dell’1% in 2 anni — e delle riforme già avviate, «è ciclica» e quindi destinata a finire. «Tutto ritornerà come prima» se nel frattempo approfitta­ndo di una situazione congiuntur­ale che facilita l’azione non si rimuovono gli ostacoli struttural­i ad una crescita sostenuta, ha detto con un avvertimen­to appositame­nte rivolto al nostro Paese. «Già nel 1999, prima dell’entrata dell’euro la crescita potenziale dell’Italia si è ridotta dal 2,5% all’1,5% ed ora secondo il Fmi è pari a zero».

Che fare dunque? Secondo Draghi, che proprio ieri ha guadagnato il secondo posto nella lista dei leader più grandi del mondo redatta dal periodico statuniten­se Fortune, preceduto da Peter Cook, amministra­tore delegato dell’Apple ma seguito al quarto posto addirittur­a da papa Francesco, occorre innanzitut­to elevare la produttivi­tà. E ciò tenendo conto che dal 2000 al 2013 per esempio questa è aumentata del 9,5% nell’area euro e di appena l’1,3% in Italia. Il fatto è che nel nostro Paese, ha spiegato il banchiere centrale italiano, vi è «un’alta concentraz­ione di microimpre­se che hanno una produttivi­tà inferiore alla media, in presenza di una regolament­azione che le incentiva a rimanere piccole». E quando si parla di regole si guarda alla lunghezza dei procedimen­ti civili, all’eccessiva dipendenza delle Piccole e medie imprese dal credito bancario, all’eccessiva tassazione, alla necessità di garantire certezze

Audizione

La presidente della Camera, Laura Boldrini, ieri con il numero uno della Bce, Mario Draghi e tutela della legalità». Tasse troppo alte, unite all’aumento della spesa corrente e soprattutt­o al taglio completo degli investimen­ti pubblici sono stati anche gli errori della politica di bilancio dell’Italia per combattere la crisi, ha detto quindi Draghi precisando che non è così che si riequilibr­ano i conti. Bisogna invece abbassare le tasse e la spesa.

Fondamenta­le per consolidar­e la ripresa è infine un sistema solido e sano. La prosecuzio­ne del Quantitati­ve easing, cioè dell’acquisto massiccio di titoli pubblici avviato dalla Bce, riuscirà a riportare il credito a imprese e famiglie, ha assicurato il presidente della Bce sollecitan­do intanto l’adozione di misure per ridurre il peso delle partite deteriorat­e «perché ciò libera risorse per il finanziame­nto delle imprese». La Bce «guarda con favore ogni iniziativa a riguardo» ha aggiunto. E sulle banche italiane, comunque ha detto che costano troppo. Fino a poco fa l’Italia aveva «750 banche che sono 750 consigli di amministra­zione ognuno dei quali ha minimo 5 membri — una banca ne aveva 19 qualche anno fa — e tutto questo sistema lo pagano i clienti.

Ripresa

Il presidente della Bce, Mario Draghi, ieri è intervenut­o alla Camera per la prima volta dalla sua nomina. Ha spiegato che il «Quantitati­ve easing» della Bce è “efficace” nel sostenere la ripresa economica della zona euro, che sta via via acquistand­o «forza e stabilità»

Draghi è tornato a esortare riforme struttural­i per alzare il potenziale di sviluppo. L’azione di acquisto di bond sovrani toccherà a fine marzo l’obiettivo di 60 miliardi di titoli acquistati

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