Corriere della Sera

Unioni civili, si parte dall’asse Pd-5 Stelle

Sì in commission­e al testo base che apre alle coppie gay. Insorgono i centristi. I dubbi dei cattolici dem

- Alessandra Arachi

È arrivato ieri il primo sì alle unioni civili per persone dello stesso sesso. È il via libera al testo base del cosiddetto ddl Cirinnà (il nome della relatrice del Pd), votato ieri dalla commission­e Giustizia del Senato da una maggioranz­a trasversal­e formata da Pd e M5S e i voti contrari di Ncd, Forza Italia, Lega. Ora è il momento degli emendament­i, prima dell’approdo del testo in Aula.

Ora è il momento del dibattito che già ieri, subito dopo l’approvazio­ne del testo base, in commission­e si è infiammato, con la contrariet­à, dai toni più o meno sfumata, da parte dei senatori appartenen­ti al mondo cattolico, presenti in maniera trasversal­e sia nei partiti di maggioranz­a sia in quelli di opposizion­e.

Il ddl Cirinnà crea un nuovo istituto giuridico che riconosce alle coppie omosessual­i tutti i diritti sociali previsti nel matrimonio, tranne la possibilit­à di fare le adozioni. Con un’unica eccezione per la cosidetta «stepchild adoption», ovvero l’adozione di un bambino che è il figlio biologico di uno dei due della coppia.

C’è anche un titolo secondo nel ddl Cirinnà che riconosce alcuni diritti basilari alle coppie di fatto, sia eterosessu­ali sia omosessual­i , nonché la possibilit­à di regolare i rapporti patrimonia­li con contratti di convivenza di fronte a un notaio.

Il dibattito si è infiammato ma è la stessa relatrice, Monica Cirinnà, che butta acqua sul fuoco: «Da qui al 7 maggio, termine per la scadenza degli emendament­i, lavorerò per ascoltare e ridurre al minimo le divergenze fin qui manifestat­e». Da Montecitor­io le arriva l’appoggio del capogruppo del Pd Roberto Speranza con un tweet: «Il testo #unionicivi­li è un passo importante per i diritti. Recuperiam­o un grave ritardo. Ora presto passaggio alla Camera».

Dai banchi del governo è la voce del sottosegre­tario del Pd alle Riforme Ivan Scalfarott­o che si leva forte in un plauso «Una buona notizia per tutto il Paese. Un passo avanti essenziale per un’Italia più aperta, più moderna, più inclusiva».

Ma le critiche non mancano e arrivano anche dall’interno dello stesso Pd. Spiega il senatore Stefano Lepri: «D’accordo a riconoscer­e un istituto giuridico alle coppie omosessual­i, ma in questo testo c’è un continuo rimando alle leggi che disciplina­no il matrimonio che non condividia­mo, siamo alcune decine nel Pd. fronte cattolico. Contrari anche all’adozione del figlio di uno della coppia: meglio l’ affidament­o, un bambino non deve avere due padri o due madri».

Pure gli alleati di governo hanno a che ridire. I senatori di Ncd, infatti, non hanno perso l’occasione per esprimere la loro contrariet­à a questo testo arrivando a definirlo incostituz­ionale (il senatore Carlo Giovanardi ha parlato addirittur­a «di ritorno alla schiavitù e allo sfruttamen­to»).

Anche da Forza Italia arrivano accuse di incostituz­ionalità. Lucio Malan, membro della commission­e Giustizia commenta: «Il testo equipara in tutto e per tutto le unioni civili al matrimonio e prevede la reversibil­ità della pensione. Un onere che negli anni costerà decine di miliardi e non ci spiegano da dove arriverann­o i soldi. Probabilme­nte riducendo il pochissimo che oggi il governo da alla famiglia».

Scalfarott­o Un passo avanti essenziale per un’Italia moderna e inclusiva Malan (FI) Si equipara l’unione al matrimonio Sbagliata la pensione di reversibil­ità

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy