Unioni civili, si parte dall’asse Pd-5 Stelle
Sì in commissione al testo base che apre alle coppie gay. Insorgono i centristi. I dubbi dei cattolici dem
È arrivato ieri il primo sì alle unioni civili per persone dello stesso sesso. È il via libera al testo base del cosiddetto ddl Cirinnà (il nome della relatrice del Pd), votato ieri dalla commissione Giustizia del Senato da una maggioranza trasversale formata da Pd e M5S e i voti contrari di Ncd, Forza Italia, Lega. Ora è il momento degli emendamenti, prima dell’approdo del testo in Aula.
Ora è il momento del dibattito che già ieri, subito dopo l’approvazione del testo base, in commissione si è infiammato, con la contrarietà, dai toni più o meno sfumata, da parte dei senatori appartenenti al mondo cattolico, presenti in maniera trasversale sia nei partiti di maggioranza sia in quelli di opposizione.
Il ddl Cirinnà crea un nuovo istituto giuridico che riconosce alle coppie omosessuali tutti i diritti sociali previsti nel matrimonio, tranne la possibilità di fare le adozioni. Con un’unica eccezione per la cosidetta «stepchild adoption», ovvero l’adozione di un bambino che è il figlio biologico di uno dei due della coppia.
C’è anche un titolo secondo nel ddl Cirinnà che riconosce alcuni diritti basilari alle coppie di fatto, sia eterosessuali sia omosessuali , nonché la possibilità di regolare i rapporti patrimoniali con contratti di convivenza di fronte a un notaio.
Il dibattito si è infiammato ma è la stessa relatrice, Monica Cirinnà, che butta acqua sul fuoco: «Da qui al 7 maggio, termine per la scadenza degli emendamenti, lavorerò per ascoltare e ridurre al minimo le divergenze fin qui manifestate». Da Montecitorio le arriva l’appoggio del capogruppo del Pd Roberto Speranza con un tweet: «Il testo #unionicivili è un passo importante per i diritti. Recuperiamo un grave ritardo. Ora presto passaggio alla Camera».
Dai banchi del governo è la voce del sottosegretario del Pd alle Riforme Ivan Scalfarotto che si leva forte in un plauso «Una buona notizia per tutto il Paese. Un passo avanti essenziale per un’Italia più aperta, più moderna, più inclusiva».
Ma le critiche non mancano e arrivano anche dall’interno dello stesso Pd. Spiega il senatore Stefano Lepri: «D’accordo a riconoscere un istituto giuridico alle coppie omosessuali, ma in questo testo c’è un continuo rimando alle leggi che disciplinano il matrimonio che non condividiamo, siamo alcune decine nel Pd. fronte cattolico. Contrari anche all’adozione del figlio di uno della coppia: meglio l’ affidamento, un bambino non deve avere due padri o due madri».
Pure gli alleati di governo hanno a che ridire. I senatori di Ncd, infatti, non hanno perso l’occasione per esprimere la loro contrarietà a questo testo arrivando a definirlo incostituzionale (il senatore Carlo Giovanardi ha parlato addirittura «di ritorno alla schiavitù e allo sfruttamento»).
Anche da Forza Italia arrivano accuse di incostituzionalità. Lucio Malan, membro della commissione Giustizia commenta: «Il testo equipara in tutto e per tutto le unioni civili al matrimonio e prevede la reversibilità della pensione. Un onere che negli anni costerà decine di miliardi e non ci spiegano da dove arriveranno i soldi. Probabilmente riducendo il pochissimo che oggi il governo da alla famiglia».
Scalfarotto Un passo avanti essenziale per un’Italia moderna e inclusiva Malan (FI) Si equipara l’unione al matrimonio Sbagliata la pensione di reversibilità