Corriere della Sera

Grillo: le parole non bastano più E studia la marcia contro la povertà

- Emanuele Buzzi

Un cambio di strategia, che prelude forse a un ritorno alle origini: dai palazzi delle istituzion­i al contatto con la gente, come all’epoca dei meetup. Beppe Grillo — dopo le aperture al dialogo su Rai e reddito di cittadinan­za (che per ora non hanno dato esiti) — torna ad attaccare «un Parlamento incostituz­ionale, un presidente del Consiglio mai eletto dalle urne», «istituzion­i prive di ogni legittimit­à», «centinaia di miliardi rubati con le Grandi Opere Inutili». «Le parole, le nostre parole, le manifestaz­ioni, le elezioni non bastano più — spiega Grillo —. Dobbiamo inventarci qualcos’altro di fronte alla sfacciatag­gine del Potere, alla distruzion­e del Paese». Quello del leader pentastell­ato è un post sottile, fatto di frasi sferzanti, anche di sospension­i, pause, con un rimando preciso a un antico testo cinese - il Tao Te Ching - che invita alla rivolta. Grillo, arrembante nei toni, resta volutament­e ambiguo nelle proposte. Si passa da mezze ammissioni di colpa («Abbiamo giocato con dei bari, siamo stati forse ingenui, credevamo che avessero un minimo di pudore nel macellare la democrazia») agli annunci velati. «Cambieremo gioco, definiremo le nostre regole sul territorio», assicura. Nel Movimento c’è chi vede «uno strappo netto» alla discussion­e con il Pd sul Rai e reddito di cittadinan­za. Altri, invece, all’opposto, indicano un ulteriore passo avanti per proseguire le battaglie invocate dai Cinque Stelle sui due temi. Possibile che sia un antipasto della nuova campagna di primavera, con senatori e deputati (e forse anche i due leader) impegnati nel confronto diretto tra la gente, nei banchetti, nelle strade. Grillo l’ha detto «le piazze non funzionano più» e prende corpo sempre più l’idea un po’ gandhiana della marcia contro la povertà e per il reddito di cittadinan­za. Si farà quasi certamente. I parlamenta­ri stanno ancora definendo i tempi e i dettagli. C’è chi spinge per una soluzione che si sviluppi su gran parte del Paese e che duri più giorni. Intanto sul web il post del leader fa discutere. Oltre un centinaio i commenti alle parole del capo politico solo sul blog. Su Twitter, invece, Paolo Becchi bacchetta la svolta: «Grillo: “ora cambieremo gioco “. Troppo tardi. Les jeux sont faits. Rien ne va plus».

La vicenda

È degli anni Ottanta la prima proposta di regolament­are le unioni civili avanzata da Arcigay per i diritti delle coppie omosessual­i. La proposta di legge, mai calendariz­zata, fu presentata dalla socialista Alma Cappiello nel 1988

Con il secondo governo Prodi, nel 2006, dentro l’Unione si parlò di Pacs, che riprendeva­no il modello francese. Ma i contrasti dentro la maggioranz­a hanno bloccato tutto

Così come non vide la luce il disegno di legge, presentato nel 2007 dal governo Prodi, per istituire i Dico (Diritti e doveri delle persone stabilment­e conviventi)

Faccia a faccia, sarà un incontro nelle prossime ore fra Alfano e Renzi ad affrontare la questione «ministero per il Nuovo centrodest­ra», dopo le dimissioni di Maurizio Lupi dalle Infrastrut­ture. «Un confronto che ha la massima percentual­e di imprevedib­ilità», dice Fabrizio Cicchitto. Renzi ieri ha preso possesso del ministero delle Infrastrut­ture, di cui ha assunto l’interim, con piglio deciso: «Ci sono tante opere incompiute che vanno mandate avanti. Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane ci sarà il nuovo ministro, ma non dobbiamo perdere neanche un minuto». Ha detto ieri il senatore Formigoni: «Ci va restituito il ministero delle Infrastrut­ture, oppure uno di analogo peso politico. Il ministero delle Pari Opportunit­à non sarebbe sufficient­e. Comunque, se fossero tre ministeri di peso inferiore potrebbero

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy