La vicenda
Si dovrebbe chiudere nel giro di pochi giorni l’accordo per le Regionali tra Forza Italia e il Carroccio. Il patto prevede che i forzisti diano il loro appoggio al leghista Luca Zaia, governatore uscente in Veneto.
In Liguria, invece, è possibile che la Lega faccia un passo indietro ritirando la candidatura di Edoardo Rixi per lasciare spazio a un forzista autorevole, individuato per ora nell’eurodeput ato Giovanni Toti.
Ancora incertezza in Toscana: anche in questo caso circola l’idea di schierare un forzista autorevole (si parla di Deborah Bergamini), ma bisogna trovare una soluzione sia con i verdiniani sia con i leghisti.
Punto fondamentale per l’accordo è che il Carroccio rinunci alla presentazione di liste di disturbo «Noi con Salvini» nei confronti dei candidati del centrodestra in Puglia (candidato Schittulli) e Campania (Caldoro).
Del tutto diversa la posizione di Forza Italia nelle Marche: la speranza dei berlusconiani è quella di schierare un fronte compatto sostenendo il governatore uscente, l’ex esponente del Pd Gian Mario Spacca, lanciato in primis dai centristi di Ncd.
L’annuncio ufficiale arriverà oggi: Barbara Saltamartini aderirà al gruppo della Lega alla Camera. L’ex portavoce nazionale del Nuovo centrodestra è il primo innesto esterno al Carroccio dopo che ieri la scissione si è consumata: sei parlamentari vicini al sindaco di Verona Flavio Tosi hanno infatti abbandonato i gruppi leghisti, tre alla Camera e altrettanti al Senato.
E per la Lega nasce un problema: per formare un gruppo, occorrono almeno venti deputati. A causa delle uscite di ieri, il movimento fondato da Bossi è sceso al di sotto di tale soglia. La Lega avrebbe potuto chiedere una deroga temporanea, ma la linea scelta è stata diversa: i fuoriusciti saranno sostituiti da altrettanti nuovi ingressi. Ma i nomi degli altri «neo leghisti» saranno resi noti soltanto nelle prossime settimane: l’obiettivo sarebbe quello di concludere con una prima «tranche» di adesioni, un paio di deputati, prima di Pasqua.
Dei futuri innesti esiste però un identikit. Non saranno, pare, fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle come si era invece sentito nelle scorse settimane. Si tratterà invece di parlamentari eletti nelle liste del Pdl, tutti provenienti dalle regioni del Sud. Tra l’altro, in Lega c’è chi sostiene che almeno un paio di loro (sui quattro possibili) al momento non siano nel gruppo misto ma ancora nel partito originario, Ncd o forse Forza Italia.
Ma nella Lega, appunto, continua il tormento. In Senato, hanno lasciato il gruppo tre donne: Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato e Raffaela Bellot. Alla Camera, l’addio al movimento è arrivato da Matteo Bragantini, Roberto Caon e Emanuele Prataviera. Confluiranno come nel gruppo misto con il nome «Federalismo, autonomie e libertà». In una nota, gli «scissionisti» hanno fatto esplicito riferimento all’espulsione di Flavio Tosi dalla Lega, che sarebbe avvenuta «in modo scorretto e illegittimo dal punto di vista statutario e politicamente non comprensibile». Salvini, però, ha preso la notizia con un’alzata di spalle: «Preoccupato? No, auguri. Mi salutino Fini e Alfano». Risposta di Tosi: «Se vuole salutare Alfano, ha solo l’imbarazzo nella scelta degli intermediari: può farlo tramite Bossi o Calderoli, che sono stati a lungo ministri negli stessi governi in cui
Alla Camera Ora il gruppo è sotto quota venti, il numero minimo, però conta sui nuovi ingressi La compagna di Tosi Patrizia Bisinella: è un addio sofferto per costruire un nuovo soggetto politico
sedeva Alfano».
Patrizia Bisinella, che è la compagna di Tosi, parla di «un addio sofferto, un passaggio difficile per tutti noi. Ma l’obiettivo è quello di costruire un nuovo soggetto politico di cui il Veneto sarà il laboratorio». Secondo la senatrice, il futuro partito politico «ha ottime probabilità di diventare l’aggregatore di chi non si riconosce nella destra di Salvini».
Intanto, nel consiglio regionale del Veneto, la situazione è diventata paradossale: i consiglieri che hanno lasciato il gruppo leghista sono ormai più numerosi di coloro che sono rimasti nel gruppo della Lega Nord. È vero però che i sostenitori di Luca Zaia restano in numero superiore: con lui ci sono i tre consiglieri di «Prima il Veneto». E cioè, gli espulsi da Flavio Tosi. Il problema è che, intanto, per i problemi interni alla maggioranza il consiglio regionale non riesce ad approvare il bilancio.