Regionali, Berlusconi spinge l’intesa
Lo sprint sul patto con il Carroccio: prepariamoci a chiudere nel fine settimana In cambio del sostegno a Zaia in Veneto, FI vuole la Liguria (con Toti in pole)
«Prepariamoci a chiudere entro questo fine settimana». Da Arcore, dove sta smaltendo i postumi dell’influenza, Silvio Berlusconi prova a dare l’accelerazione finale in vista dell’accordo con la Lega. E mentre Matteo Salvini mette a verbale una smentita rispetto ad accordi già chiusi e a «ricostruzioni giornalistiche», l’unico punto fermo di questa storia — che sarà il punto di partenza della trattativa finale — è il summit di cinque giorni fa a Villa San Martino, rimasto segreto fino a ieri.
La bozza del patto, di cui si sarebbe parlato domenica ad Arcore e che Salvini continua a negare, prevede che Forza Italia sosterrà il leghista Luca Zaia in Veneto. Che in Liguria la Lega possa lasciare spazio alla candidatura di un forzista autorevole, individuato per ora nell’eurodeputato Giovanni Toti. Che in Toscana si provi il tentativo disperato di trovare una quadra. E che, ovviamente, il Carroccio rinunci alla presentazione di liste di disturbo nei confronti dei candidati del centrodestra in Puglia (candidato Schittulli) e Campania (Caldoro).
Per arrivare al capitolo finale di questa storia, però, mancano alcuni dettagli. E per alcuni tasselli il risiko va anche al di là della volontà dell’asse FI-Lega. L’interesse principale di Berlusconi è non perdere la Campania, dove corre l’unico dei suoi (Caldoro, appunto) che ha concrete possibilità di vincere. Quindi, aspetta che gli alfaniani annuncino in Veneto l’accordo con l’ex leghista Tosi per muoversi di conseguenza nel Nord-Est. E poi c’è la Liguria, dove Toti sta riflettendo sul fare o meno il grande passo. E mentre in Toscana i forzisti iniziano a dare per acquisita l’ipotesi di correre separati dalla Lega, nelle Marche la speranza dei berlusconiani è quella di portare tutto il fronte a convergere sull’ex governatore Spacca, lanciato da Ncd.
Tutto è appeso ai prossimi giorni. Da oggi, ogni data è buona per comporre definitivamente il puzzle. O per scombinarlo del tutto. Persino la visita a Berlino del tandem forzista Toti-Bergamini, che ha incontrato un pezzo di classe dirigente della Cdu, ha avuto tra gli obiettivi, racconta il consigliere politico dell’ex premier, «anche quello di rassicurare il Ppe sulle nostre alleanze, di spiegare loro che la Lega non si può ridurre solo ai paragoni con la Le Pen, visto che ha governato con noi l’Italia per dieci anni».
Berlusconi, rinsaldato l’asse col Ppe, ha due assilli. Il primo è tentare di azzoppare alle Regionali la corazzata di Renzi. Lo stesso Renzi che, dal Renato Brunetta che chiede «resistenza sull’Italicum», ieri è stato definito come «uno che sta preparando il pacco alla democrazia» Il secondo assillo, invece, è il rinnovamento nelle liste forziste. Un’altra prova del controllo che Arcore eserciterà sui candidati s’è vista ieri. Quando a Bolzano, alla presentazione del simbolo di FI per le Comunali, s’è presentata nientemeno che Mariarosaria Rossi.
Il summit segreto Salvini e l’incontro a Villa San Martino: non abbiamo ancora trovato la quadra Toti Abbiamo rassicurato i vertici del Ppe che la Lega non si può ridurre ai paragoni con Le Pen