Il quartiere Praga, la novità
ista con gli occhi di Daniel Radtke, patron del «Pardon To Tu», uno dei locali più innovativi della capitale per il mix di eventi multimediali e musica live, la nuova Varsavia corre veloce: «I musicisti stranieri che suonano da noi dicono che qui trovano l’energia della Berlino di dieci anni fa». ( www.pardontotu.pl). Un dinamismo che ha il suo simbolo più recente nel Museo Polin, aperto da cinque mesi e che ripercorre un millennio di storia del popolo ebraico. Il Polin (nome ebraico della Polonia www.polin.pl) non vuole essere un Memoriale dell’Olocausto, come lo Yad Vashem di Gerusalemme ma una nuova idea di esposizione (l’edificio è firmato dal finlandese Rainer Mahlamäki) dove sale interattive ripercorrono la complessità dell’incontro fra le culture ebraica e polacca a partire dal dodicesimo secolo, compresa la ricostruzione di una sinagoga in legno del diciassettesimo secolo.
Dalla sua casa nel quartiere «Praga», la periferia ex operaia sulla riva destra della Vistola, l’attivista (dello schieramento verde Partii Zieloni) Agnieszka Grzybek condivide l’entusiasmo dei giovani che si stanno trasferendo qui: «È una sfida e un’opportunità, le case non hanno ancora prezzi alti, la sensazione è di vivere in un posto speciale». Il quartiere «Praga», raggiunto dalla linea 2 della metropolitana da un mese, lo è: la zona dove nel ’45 si fermarono i carri armati russi oggi ospita la «Soho Factory» cittadella post industriale con musei e atelier, fra cui il «Neon» che raccoglie insegne storiche rimosse dal centro ( neonmuzeum.org) e ristoranti come il Warsaw Wschodnia ( gessler.sohofactory.pl) aperto giorno e notte. Ristoranti e locali hanno rinnovato anche le architetture real-socialiste
Dalla capitale tedesca ha ricevuto in eredità il dinamismo. Il Museo Polin è uno dei simboli