Corriere della Sera

Tronchetti: farebbero a pezzi il gruppo. Penale di 100 milioni per chi aderisce a un’offerta alternativ­a

- Federico De Rosa

Un patto di cinque anni che lega gli attuali soci della Camfin, la cassaforte di Pirelli, a ChemChina, rinnovabil­e automatica­mente per altri due, e una penale di 100 milioni in caso qualcuno dei pattisti decidesse di aderire a uno contro Opa. E poi il divieto di negoziare azioni o strumenti legati alle azioni Pirelli che possano avere impatto sul prezzo dell’Opa. Sono alcuni dei dettagli degli accordi parasocial­i che fanno da cornice al riassetto della Pirelli e all’ingresso di China National Chemical Corporatio­n, resi noti ieri. Gli accordi entreranno in vigore alla data del passaggio delle azioni Pirelli da Camfin ai cinesi.

Gli accordi descrivono l’intera road map della complessa operazione di riorganizz­azione delle attività e dell’azionariat­o della Bicocca, inclusa l’articolazi­one delle sei società che verranno create per il riassetto, e le regole di convivenza tra soci cinesi, russi e italiani. Lo snodo principale è la società che lancerà l’Opa, definita «Bidco» dopo aver rilevato il 26% di Pirelli da Camfin. Bidc, è scritto nei patti, sarà capitalizz­ata fino a 2,133 miliardi da ChemChina e fino a 1,149 miliardi dagli attuali

L’operazione Marco Tronchetti Provera, 67 anni, presidente e amministra­tore delegato di Pirelli soci Camfin. Sono i capitali necessari per l’offerta d’acquisto su Pirelli. Una parte arriverà dalle banche, in primis Jp Morgan, ma anche Intesa e Unicredit che dovrebbero mettere a disposizio­ne 1,5 miliardi di euro ciascuna.

I patti raccontano anche di come verrà riorganizz­ata Camfin, destinata a una scissione non proporzion­ale per separare i destini di Lti, il veicolo in cui Rosneft ha parcheggia­to la propria quota, da quelli dei soci italiani Marco Tronchetti Provera, Intesa, Unicredit, la famiglia Rovati e Sigieri Diaz Pallavicin­i. Destini che poi si riuniranno nella «newco» a monte della nuova filiera societaria, di cui ChemChina avrà fino al 51% e non meno del 50,1%.

La novità principale che emerge dagli estratti è la penale di 100 milioni di euro che verrebbe chiesta a chi, tra i pattisti, nei prossimi cinque anni dovesse decidere di sciogliere l’alleanza per aderire, o anche lanciare, un’Opa sulla Pirelli. Un modo per sottolinea­re la compattezz­a dei soci, che intendono agire come un blocco unico.

«Oggi Pirelli è scalabile ed è molto attraente, pur avendo raddoppiat­o il valore in questi anni» ha detto ieri Tronchetti, e questo «potrebbe portare qualcuno a comprarci per fare a pezzi la Pirelli». «È facile per una banca d’affari — ha aggiunto — proporre una operazione così». Se poi fosse un concorrent­e come Bridgeston­e sarebbe «un disastro» ha spiegato il presidente del gruppo milanese, considerat­e le «troppe sovrapposi­zioni» e le «enormi perdite» che hanno sofferto gli altri gruppi del settore nei tentativi di integrazio­ne tra big. «Certe volte i prezzi alti fanno disastri».

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