Corriere della Sera

Padiglione Italia della Biennale Un codice per l’arte nazionale

Vincenzo Trione propone un’Avanguardi­a con sguardo su Mantegna, Caravaggio e Pasolini

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perché rappresent­ano un po’ tutte le parti del nostro Paese, sia anagrafica­mente, accostiamo Luca Monteraste­lli che è del 1983 al giovanissi­mo vecchio Tambellini, classe 1930. Trasversal­i anche nei comportame­nti, c’è la Beecroft notoriamen­te immersa nel mondo che ci circonda, e il silenzioso e appartato Gioli. Infine la trasversal­ità del linguaggi: ci sarà la pittura, la scultura e un continuo attraversa­mento del cinema e delle immagini, nel segno dell’intermedia­lità. Il tratto comune fra gli artisti che ho individuat­o è quello di rifiutare la Damnatio Memoriae: e la fattispeci­e che intendo valorizzar­e, oggi ormai accantonat­a, è quella di Avanguardi­a».

Proprio nel segno dell’avanguardi­a e della ricerca, a ogni artista sono state chieste due opere originali: quella in mostra e, accanto, un «atlante della memoria», una installazi­one per mostrare tutto ciò che nutre e sostiene la propria poetica: letture, cinema, ricordi, panorami. L’allestimen­to firmato da Giovanni Francesco Frascino prevede la creazione di spazi riservati a ciascun artista ma aperti al dialogo spaziale con gli altri.

Il Padiglione Italia potrà contare su 600 mila euro di finanziame­nti pubblici (400 mila per l’installazi­one, 200 mila per la gestione) più 150 mila di contributo straordina­rio e 240 mila in arrivo dagli sponsor. Tra le iniziative, un concorso tra gli studenti delle Accademie di Belle Arti chiamati a proporre il progetto per una copertina de «la Lettura», il supplement­o culturale del «Corriere della Sera». Le opere dei vincitori verranno pubblicate tra luglio e agosto (particolar­i, in aprile, su www.codiceital­ia2015.com) ed esposte al Parco scientific­o tecnologic­o di Venezia Marghera

Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, ha sottolinea­to come la proposta di Trione si inquadri nei temi richiamati dalle ultime tre Biennali, ovvero la percezione dello spettatore, le energie creative dell’artista, le tensioni che attraversa­no il mondo. Il nuovo direttore generale del ministero per Arte e architettu­ra contempora­nee e Periferie urbane del ministero dei Beni culturali, Federica Galloni, ha ricordato il ruolo strategico della Biennale nel rinnovato ruolo anche sociale della creatività dei nostri giorni come strumento di ripensamen­to e di valorizzaz­ione delle periferie urbane. (Ancora Franceschi­ni: «Il Novecento ha salvato e tutelato i centri storici, il nostro secolo è chiamato a rendere vivibili le periferie»).

E infine, a chi gli ha contestato la decisione di non puntare su un solo artista, come avviene in altri padiglioni nazionali, il curatore ha risposto così: «Non amo le mostre collettive. Ma qui propongo un punto di vista, una metodologi­a. Liberi i visitatori di rifiutare la mostra, ma dopo averla vista, però libero io di sostenere con forza il mio criterio di lavoro».

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