Corriere della Sera

«Woody si invaghì di me, ero minorenne»

La rivelazion­e di Mariel Hemingway: fu sul set di «Manhattan», avevo 17 anni, poi tentò di portarmi a Parigi

- Paola De Carolis

Un’adolescent­e inesperta, imbarazzat­a dai discorsi sul sesso, impacciata al primo bacio. Si ricorda così Mariel Hemingway, nipote del leggendari­o scrittore Ernest, sul set di Manhattan, film che le valse la candidatur­a al premio Oscar e che la portò a stringere un «forte legame platonico» con Woody Allen ad appena 17 anni.

«Sul set cominciai a rendermi conto che si era preso una sbandata per me», racconta Hemingway nell’autobiogra­fia Out came the Sun, di prossima pubblicazi­one. «Non ci feci troppo caso, mi sembrava il tipo di cosa che succedeva spesso allora, quando un uomo di mezza età si trovava attorno ragazze più giovani».

L’anno dopo, quando Mariel aveva raggiunto la maggiore età, Allen cercò di andare oltre. Si palesò un giorno all’improvviso nel ranch dell’Idaho dove l’attrice abitava con i genitori e le chiese di partire con lui per Parigi.

«Spiegai ai miei — scrive Mariel — che non sapevo quale sarebbe stata l’organizzaz­ione a Parigi, che non ero sicura che avrei avuto una camera mia diversa dalla sua, che Woody non aveva mai accennato alla possibilit­à che dormissimo in camere separate. Speravo che si sarebbero opposti, che mi avrebbero vietato di partire, invece non fecero che incoraggia­rmi ad andare con lui».

Mariel, che per Allen non provava alcuna attrazione fisica, disse no. «Mi recai in camera sua, gli chiesi chiarament­e se ci sarebbe stata una camera tutta mia a Parigi. Mentre era lì che cercava di inforcare gli occhiali, gli dissi che non sarei partita con lui. Il giorno dopo affittò un aereo e se ne andò». Per Hemingway la relazione con Allen è rimasta comunque un capitolo importante. L’attrice si è presentata alla cerimonia dei Golden Globes l’anno scorso quando Allen ha ricevuto il premio alla carriera (lui, invece, non c’era).

«Non avevo mai baciato nessuno prima, ero veramente inesperta e quel bacio, sul set mi ha fatto preoccupar­e per settimane». Allen, inoltre, fu il primo uomo a farla sentire «adulta e intelligen­te». «Mi portava a teatro, alle mostre. Mi ha dato un po’ della sua saggezza».

Era il 1979. Pochi mesi dopo Allen avrebbe cominciato a frequentar­e Mia Farrow. Le accuse sulle molestie di minori — mosse contro di lui dalla figlia Dylan — erano ancora lontane, così come lo scandalo sulla figlia Doppio appuntamen­to per Amici in attesa dell’esordio in prima serata di sabato 11 aprile su Canale 5 (in giuria Sabrina Ferilli, Renato Zero e Renga). Domani in day time la puntata chiave che definirà i nomi dei ragazzi che formeranno le due squadre in sfida per 9 settimane nel programma di Maria De Filippi (53 anni, foto). Quest’anno, inoltre, dal lunedì al venerdì alle 16.05, arriva Amici – Verso il serale: la conduttric­e racconta la vita quotidiana dei ragazzi all’interno della scuola, mostrando le prime fasi della separazion­e delle due squadre, la bianca e la blu, e le indicazion­i dei loro direttori artistici, Emma ed Elisa. Il direttore di rete, Giancarlo Scheri, assicura: «Sarà un’edizione di grande impatto». Nel 1979 Woody Allen (oggi 79 anni) e Mariel Hemingway (oggi 53) in «Manhattan», del 1979 adottiva di Farrow, Soon-Yi Previn, con la quale Allen è sposato e dalla quale ha avuto due bambine.

Hemingway non giudica l’amico, ma non risparmia altri grandi nomi di Hollywood. Dal suo libro, ieri anticipato dall’emittente americana Fox, il mondo del cinema emerge come una telenovela carica di intrighi a sfondo sessuale. Il regista Bob Fosse ai tempi del film Star 80 la rincorse assicurand­ole che nessuna protagonis­ta di un suo film gli aveva mai detto no. «Sarò la prima», gli disse Hemingway. «Non credo, cara» gli rispose Fosse.

Robert De Niro? Un uomo ‘«grasso e antipatico» che si recò a parlare con lei di un progetto che non aveva nessuna intenzione di realizzare solo perché contava di ottenere qualcosa di più «fisico».

Come già in passato, però, l’obiettivo principale di Hemingway è mettere l’accento sui problemi mentali e le tendenze suicide della sua famiglia nella speranza di aiutare altri a superare problemi analoghi.

La sorella Margaux si è tolta la vita come il nonno, i genitori bevevano e soffrivano di depression­e, un’altra sorella era schizofren­ica.

«Chiamarmi Hemingway per me vuol dire avere accesso a un mondo di tenebre, coraggio e tristezza. So che altre persone con altri cognomi provano le stesse cose, ma non hanno una leggenda americana alla quale collegarsi».

Venne a trovarmi nel mio ranch per invitarmi ad andare insieme in Francia I miei genitori erano d’accordo, io dissi di no

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