QUANDO I FRANCESI VOTANO DUE TRADIZIONI IN CAMPO
Come si poteva minimamente immaginare che la storica Francia repubblicana e gollista potesse incoronare il Front National, movimento nazionalista e modicamente razzista, prima forza politica del Paese? Penso che i cugini d’Oltralpe abbiano dato una bella lezione di grande democrazia liberale a tutti, ma soprattutto ai nostri demiurghi-populisti liguri, abruzzesi o padani tutti accomunati dallo stesso destino che li vede percorrere una uguale parabola sempre più veloce e soprattutto inesorabilmente discendente. Caro Covelli, ccanto alla grande tradizione repubblicana esistono in Francia, malauguratamente, altre tradizioni: quella della destra monarchica e della Francia etnicamente «pura», (l’Action Française di Charles Maurras e Léon Daudet); quella delle Leghe antidemocratiche che accolsero con gioia la sconfitta del 1940 e formarono i quadri del regime di Vichy; quella del populismo «poujadista», dal nome di Pierre Poujade, capo di una lega di commercianti che ottenne un breve successo elettorale nella prima metà degli anni Cinquanta del secolo scorso con un programma simile a quello dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini; e infine quella dell’«Algeria francese» da
Acui nacque un’organizzazione segreta che attentò alla vita del generale De Gaulle e rappresentò una seria minaccia alle istituzione repubblicane sino alla metà degli anni Sessanta.
È vero, tuttavia, che nei momenti decisivi degli ultimi decenni la Francia ha scartato le scelte antiparlamentari e populiste. Nel 1988, quando Jacques Chirac, presidente del Consiglio e leader del movimento gollista, decise di candidarsi alla presidenza della Repubblica contro François Mitterrand, alcuni suoi collaboratori gli dissero che un patto elettorale con il Fronte Nazionale di Jean-Marie Le Pen gli avrebbe probabilmente garantito la vittoria. Vi fu un incontro riservato tra Chirac e Le Pen, ma non vi fu alcuna intesa. Chirac era gollista e provava una sorta di viscerale antipatia per una formazione politica che affondava le sue radici nella tradizione antiparlamentare e antirepubblicana della Francia di Vichy. I francesi fecero una chiara scelta repubblicana anche nelle elezioni presidenziali del 2002. I candidati principali erano tre: Chirac per i gollisti, Lionel Jospin per i socialisti e Jean-Marie Le Pen per il Fronte Nazionale. Tutti prevedevano un duello fra Chirac e Jospin al secondo turno, ma Le Pen prese più voti del leader socialista e lo eliminò dalla gara. Chirac, in quel momento, non era particolarmente popolare, ma la Francia repubblicana gli regalò la vittoria con l’80% dei voti.