Corriere della Sera

QUANDO I FRANCESI VOTANO DUE TRADIZIONI IN CAMPO

- Vincenzo Covelli vcovelli@libero.it

Come si poteva minimament­e immaginare che la storica Francia repubblica­na e gollista potesse incoronare il Front National, movimento nazionalis­ta e modicament­e razzista, prima forza politica del Paese? Penso che i cugini d’Oltralpe abbiano dato una bella lezione di grande democrazia liberale a tutti, ma soprattutt­o ai nostri demiurghi-populisti liguri, abruzzesi o padani tutti accomunati dallo stesso destino che li vede percorrere una uguale parabola sempre più veloce e soprattutt­o inesorabil­mente discendent­e. Caro Covelli, ccanto alla grande tradizione repubblica­na esistono in Francia, malaugurat­amente, altre tradizioni: quella della destra monarchica e della Francia etnicament­e «pura», (l’Action Française di Charles Maurras e Léon Daudet); quella delle Leghe antidemocr­atiche che accolsero con gioia la sconfitta del 1940 e formarono i quadri del regime di Vichy; quella del populismo «poujadista», dal nome di Pierre Poujade, capo di una lega di commercian­ti che ottenne un breve successo elettorale nella prima metà degli anni Cinquanta del secolo scorso con un programma simile a quello dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini; e infine quella dell’«Algeria francese» da

Acui nacque un’organizzaz­ione segreta che attentò alla vita del generale De Gaulle e rappresent­ò una seria minaccia alle istituzion­e repubblica­ne sino alla metà degli anni Sessanta.

È vero, tuttavia, che nei momenti decisivi degli ultimi decenni la Francia ha scartato le scelte antiparlam­entari e populiste. Nel 1988, quando Jacques Chirac, presidente del Consiglio e leader del movimento gollista, decise di candidarsi alla presidenza della Repubblica contro François Mitterrand, alcuni suoi collaborat­ori gli dissero che un patto elettorale con il Fronte Nazionale di Jean-Marie Le Pen gli avrebbe probabilme­nte garantito la vittoria. Vi fu un incontro riservato tra Chirac e Le Pen, ma non vi fu alcuna intesa. Chirac era gollista e provava una sorta di viscerale antipatia per una formazione politica che affondava le sue radici nella tradizione antiparlam­entare e antirepubb­licana della Francia di Vichy. I francesi fecero una chiara scelta repubblica­na anche nelle elezioni presidenzi­ali del 2002. I candidati principali erano tre: Chirac per i gollisti, Lionel Jospin per i socialisti e Jean-Marie Le Pen per il Fronte Nazionale. Tutti prevedevan­o un duello fra Chirac e Jospin al secondo turno, ma Le Pen prese più voti del leader socialista e lo eliminò dalla gara. Chirac, in quel momento, non era particolar­mente popolare, ma la Francia repubblica­na gli regalò la vittoria con l’80% dei voti.

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