Rai, riforma del governo Manager con pieni poteri
Vegas chiede chiarimenti sul prospetto dell’offerta d’acquisto e scambio da 1,2 miliardi Barbieri: «Prenderemo a breve contatti con viale Mazzini». La clausola del 66 per cento
Un consiglio di amministrazione con 7 membri (due votati dalla Camera, due dal Senato, uno dai dipendenti Rai, due designati dal governo). Un presidente nominato all’interno del cda. Un amministratore delegato-capo azienda, con pieni poteri, nominato nel cda su indicazione del ministero del Tesoro. Mentre il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma Rai, la Consob sospende l’Opa di Ei Towers su Ray Way.
Nel giorno dell’assemblea di Ei Towers — la società del gruppo Mediaset che controlla le torri di trasmissione televisiva — che ha approvato l’aumento di capitale da 394 milioni al servizio dell’offerta di acquisto e scambio sulla concorrente Rai Way, entra in campo la Consob congelando l’esame del prospetto informativo. Servirà qualche giorno in più rispetto alla scadenza originaria del 1° aprile per il via libera al documento-chiave dell’offerta, e l’allungamento dei termini dipenderà da quando Ei Towers risponderà a Consob.
Per l’authority presieduta da Giuseppe Vegas il prospetto è incompleto e servono più informazioni sul senso dell’offerta da 1,2 miliardi (fra cash e azioni) per il controllo della società Rai quotata appena lo scorso novembre. In particolare Consob vorrebbe che Ei Towers precisasse in quali circostanze potrebbe rinunciare a una delle condizioni più stringenti poste per il successo dell’opa, ovvero la conquista del 66,7% di Rai Way, oltre al via libera completo Antitrust. Si tratta attualmente di un obiettivo quasi impossibile visto che Rai — ora al 65% — ha il vincolo di restare al 51% in base alle regole poste dal governo Renzi all’avvio della quotazione.
La Consob sta in sostanza cercando di capire se Ei Towers disponga di un «piano B» con l’obiettivo di creare un operatore unico delle torri tv assieme a Rai Way superando il muro del governo. Già mercoledì Ei Towers aveva spiegato alla Consob di poter valutare «modalità alternative » , cioè eventualmente una quota di minoranza in Rai Way pur di raggiungere i «benefici derivanti dal progetto industriale» di creare un polo unico delle torri.
«La sospensione è assolutamente fisiologica, è prevista dalla legge ed è spiegabile con il fatto che Rai e Rai Way non si sono ancora espresse sul progetto», ha commentato il ceo di Ei Towers, Guido Barbieri. Una delle prossime mosse della controllata della famiglia Berlusconi (ne possiede il 40%) è ottenere «una valutazione nel merito del progetto industriale da parte di Rai Way. Presto ci faremo avanti, prenderemo contatti con loro», ha annunciato Barbieri. Finora contatti ci sarebbero stati, ma solo indirettamente. Ora invece si pensa di fare sul serio. In attesa di evoluzioni, ha precisato comunque Barbieri, «la struttura dell’offerta non cambia», anche se è evidente che se da parte della Rai vi sarà un’apertura nei confronti del «polo unico» le modalità di integrazione potranno essere ridiscusse.
I paletti comunque sono chiari: «È impensabile e di sicuro non accetteremo uno scenario del 49% senza garanzie gestionali e di governance». Ma se queste ci fossero, per Barbieri va bene un polo delle torri anche senza Mediaset in maggioranza. Anzi per il manager sarebbe «auspicabile» che il Biscione rinunci al controllo, visto che un gruppo delle torri indipendente avrebbe maggiori chance di essere accettato sia dalla politica sia dall’antitrust.
Intanto ieri i soci hanno approvato l’aumento: oltre a Mediaset era presente un 40% rappresentato da fondi d’investimento. E Amber, che ha quasi il 2%, si è detto favorevole anche ad alzare l’offerta di azioni per permetterebbe alla Rai di aumentare il peso nella società dopo l’offerta. Attualmente in caso di totale adesione la Rai avrebbe 15% e Mediaset il 31% post-fusione. Ma per il momento lo schema non può essere cambiato, ha precisato Barbieri. Dopo, si vedrà.