Landini in piazza. Il premier: non è una notizia
Gaffe del leader Fiom su sgravi fiscali e Jobs act. Alla manifestazione anche una parte della minoranza pd
Nonostante le polemiche, ci sarà il leader della Cgil, Susanna Camusso: «Ma con una categoria della Cgil, non personalizzate». Ma ci sarà soprattutto un drappello di parlamentari della minoranza del Partito democratico. Tra i partecipanti alla manifestazione di oggi a Roma, in piazza del Popolo, sono annunciati Rosy Bindi, Pippo Civati, Stefano Fassina, Cesare Damiano. Una presenza numericamente ridotta ma politicamente significativa, visto che proprio nel leader della Fiom Maurizio Landini, e nella sua «coalizione sociale», una parte del Pd vede una possibile alternativa a quelle che vengono considerate le politiche «neocentriste» di Matteo Renzi. Che ieri ha risposto polemicamente al leader della Fiom Maurizio Landini.
La manifestazione sul lavoro arriva, infatti, subito dopo l’annuncio di un boom dei contratti a tempo indeterminato. Landini, nonostante i dati positivi, ribadisce le sue critiche ai provvedimenti sul lavoro e si dice pronto al referendum per abrogare il Jobs act. Secondo il leader della Fiom, la crescita registrata a gennaio sarebbe indipendente dalle misure del governo e gli sgravi fiscali sarebbero entrati in vigore dal primo marzo, con il Jobs act, come ha detto a La7 scontrandosi con Chicco Testa. Il premier prima minimizza la piazza: «No news, non vedo titolo. Di manifestazioni contro il governo ce ne sono state tante». Poi attacca Landini: «Spero che i lavoratori leggano le norme della legge di stabilità, visto che qualcuno ha messo in dubbio il fatto che lavoriamo per la stabilizzazione dei contratti » . Per il premier gli sgravi hanno avuto effetto perché sono entrati in vigore dal primo gennaio con la legge di Stabilità: «Le polemiche ideologiche sono bene accette, però si dovrebbero leggere anche i provvedimenti arrivati prima del Jobs act». Insomma, Landini avrebbe fatto una gaffe, non tenendo conto degli sgravi della Stabilità, come dice la renziana Alessia Rotta: «Landini fa un errore da matita blu». In piazza con gli altri ci sarà anche Pippo Civati. Che però ha qualcosa da dire a Landini: «Trovo fuori luogo certe sue parole. Non credo per esempio, che si possa dire di Gianni Cuperlo, con cui ho avuto spesso da discutere, che la sua posizione è determinata dalla preoccupazione della poltrona». E anche sul resto i distinguo non mancano: «Ho letto la piattaforma della Fiom, ci sono molte cose condivisibili, molte altre lontane da un progetto di governo».
Non sarà presente in piazza un altro esponente della minoranza, Alfredo D’Attorre: «Non andrò anche se penso che il Pd debba ascoltare le ragioni sociali e sindacali di quella piazza».
La battaglia nel Pd si svolge anche sul terreno della legge elettorale, dove il premier accelera: la riforma è stata calendarizzata per il 27 aprile alla Camera. Il presidente emerito Giorgio Napolitano, parlando di riforme in generale, invita a non perdere tempo: «Non è vero che ci sia stata precipitazione: adesso il traguardo non può essere allontanato». La minoranza insiste per modificare l’Italicum. Lunedì ci sarà una direzione nazionale. Il capogruppo Roberto Speranza invita al dialogo: «La legge elettorale non è materia di coscienza, serve un’intesa politica». Ma Stefano Fassina insiste: «Renzi utilizza come al solito la Direzione per ratificare una decisione presa. È un’inutile prova di forza. Serve una discussione vera».
L’iniziativa
Il segretario della Fiom Maurizio Landini ha organizzato per oggi a Roma la manifestazione «Unions» per protestare contro le scelte del governo in materia di lavoro e in particolare sul Jobs act