Grillo e l’Airbus, l’oscena metafora per attaccare Renzi
Il post di Beppe Grillo arriva come uno sfregio: «Ci sono analogie tra Andreas Lubitz, il copilota dell’Airbus che si è schiantato sulle Alpi francesi, e Matteo Renzie che sta schiantando l’Italia». La metafora — 150 morti da un lato e la critica a un premier dall’altro — scende sempre più in basso: «L’Airbus Italia ha un copilota chiuso in cabina, non soffre di depressione ma la fa venire agli italiani». In questi casi si dice, e molti politici ieri l’hanno detto, che Grillo ha oltrepassato una «soglia»: «del buon gusto» per Walter Verini del Pd, «del cinismo» secondo Ettore Rosato (sempre Pd), «del linguaggio violento» per la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Il punto però è che questa «soglia» per Grillo non esiste: c’era forse una soglia quando, per attaccare Napolitano, il leader cinquestelle usò sul blog la foto dell’ingresso di Auschwitz? Banalizzare per stupire, offendere per apparire. Ieri hanno reagito in tanti, soprattutto del Pd, e con durezza; uno, Ernesto Carbone, ha avuto un’idea: «Preferisco non commentare Grillo. Mi rivolgo ai miei colleghi del M5S: come si può chinare il capo a chi strumentalizza la morte di 150 persone?». Tra i Cinquestelle pochissimi hanno alzato la testa: una deputata, Silvia Benedetti, un parlamentare europeo, Marco Affronte, e un sindaco, il consueto Federico Pizzarotti che già altre volte aveva dimostrato di pensare da solo: «Per attaccare Renzi si utilizzino i contenuti — ha detto — e non le tragedie». Matteo Renzi è intervenuto in serata: «Per rispetto alla dignità delle persone defunte non intendo replicare a Grillo. Come tutte le persone normali siamo rimasti colpiti da ciò che abbiamo visto. Terrei quel minimo di decenza — ha concluso — che altri non hanno avuto». Tempo fa, era la campagna elettorale del 2013 con il Movimento 5 Stelle in grande crescita (a differenza di adesso), Beppe Grillo accettava di parlare solo con la stampa estera, riservando a quella italiana una certa dose di disprezzo. La sera dell’ultimo grande comizio a Roma, in piazza San Giovanni, fece avvicinare al palco solo i reporter degli organi di informazione stranieri. Chiedere che oggi si scusi per il paragone tra Renzi e il pilota dell’Airbus è probabilmente inutile. Abbia però la faccia di spiegare a un giornale tedesco (o francese o spagnolo) la sua ultima trovata.