Corriere della Sera

Riscritta la verità su quella notte Parte la battaglia dei risarcimen­ti

L’esito delle indagini è stato cancellato: «Rudy era solo sulla scena del delitto»

- Fsarzanini@corriere.it

Nessuno entrò nella casa, come invece lui aveva sostenuto in una ricostruzi­one certamente fantasiosa e poco credibile. Non c’era un giovane che lo aveva minacciato né una ragazza che lo accompagna­va, come aveva messo a verbale pur non facendo mai esplicitam­ente i nomi di Amanda e Raffaele. Smentiti anche i testimoni che avevano detto di aver visto i due fuggire dalla villetta.

Molti punti rimangono oscuri, soltanto leggendo la motivazion­e si scoprirà come i giudici abbiano superato tutti gli indizi raccolti, primo fra tutti il memoriale che Amanda scrisse in una stanza della questura pochi giorni dopo l’omicidio descrivend­o i momenti del delitto ma sostituend­o Rudy con Patrick Lumumba. Ma già adesso si può dire che non è stata ritenuta «sufficient­emente provata» la ricostruzi­one dell’accusa secondo la quale «entrambi erano gli assassini, insieme a Rudy Guede».

Il quadro disegnato da chi aveva indagato e da chi li aveva poi condannati «non è sorretto da indizi sufficient­i», questo hanno detto ieri sera i giudici della quinta sezione penale presieduti da Gennaro Marasca. Ingiusta, secondo loro, è stata la sentenza di colpevolez­za, evidenteme­nte ancor più ingiusta la detenzione preventiva. E anche su questo adesso si discuterà a lungo perché è vero che dopo la lettura del dispositiv­o l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Sollecito insieme al collega Luca Maori assicura che «non ci sarà alcun atteggiame­nto vendicativ­o», ma una richiesta di risarcimen­to allo Stato appare quasi scontata.

Finito, chiuso, il processo termina qui. Molti punti rimangono oscuri, molti interrogat­ivi non avranno mai risposta, ma sembra impossibil­e che le indagini possano essere riaperte. Interrogat­ori, perizie, accertamen­ti: tutto annullato, cancellato, non valido. Nullo anche il verdetto di un’altra sezione della Cassazione che il 26 marzo del 2013 avevano dichiarato non valida la sentenza di assoluzion­e emessa in appello a Perugia ordinando un nuovo processo a Firenze. E chiarament­e avevano scritto che bisognava «porre rimedio a una decisione segnata da molteplici profili di manchevole­zza, contraddit­torietà ed illogicità» delineando «la posizione soggettiva dei concorrent­i di Rudy Guede».

Questo erano dunque per il collegio di Cassazione che per primo si è pronunciat­o, Amanda e Raffaele: «Concorrent­i nell’omicidio».

Altri giudici hanno ora stabilito che non è così. Hanno cancellato la ricostruzi­one del delitto che vedeva Meredith «aggredita contestual­mente da tutti e tre, per immobilizz­arla e usarle violenza». Rudy Ha tentato di violentarl­a, ma non è vero che Amanda e Raffaele hanno infierito su di lei con due coltelli, non è provato che fossero lì e volessero «prevaricar­lo e umiliarla». Questa è la sentenza definitiva, questa è la verità parziale che arriva otto anni dopo il delitto. Perchè la decisione di assolvere per mancanza di prove è comunque la sconfitta per la famiglia di Meredith che continua a non avere giustizia.

Guede Negata la validità della sentenza che stabilì la colpevolez­za di Guede «in concorso con altri» Testimoni smentiti Vengono smentiti anche i testimoni che dissero di aver visto i due fuggire dalla casa

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della Corte di cassazione a Roma, esce dopo aver ascoltato l’arringa della sua legale Giulia Bongiorno
che lo ha paragonato a «Forrest
Gump». I supremi giudici della V
sezione penale si sono ritirati intorno...
(BenvegnùGu­aitoliLann­utti) Fuori Raffaele Sollecito sulle scalinate della Corte di cassazione a Roma, esce dopo aver ascoltato l’arringa della sua legale Giulia Bongiorno che lo ha paragonato a «Forrest Gump». I supremi giudici della V sezione penale si sono ritirati intorno...

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