Corriere della Sera

Sneaker: come portarle? Lo stile athletic luxury di tre ragazze speciali

Hogan, la sfida della leggerezza e il ritorno negli States

- 1 2 Maria Teresa Veneziani 3

Si può arrivare a un colloquio di lavoro con le sneaker ai piedi, ora che la moda le ha riabilitat­e al punto d’aver partorito una definizion­e, «athletic luxury», tendenza sotto la quale passa tutto un mondo sportivo rivisitato in chiave urbana? «Dipende dal tipo di lavoro che si sta cercando. Se sai scegliere e abbinarle in maniera un po’ rock, in un ufficio creativo sono ammesse». Andrea Della Valle, 49 anni, lo puntualizz­a sapendo bene che è un argomento delicato nella sua posizione di presidente di Hogan, marchio del gruppo Tod’s «Made nelle Marche», creato nel 1986. Armani aveva sdoganato i jeans negli uffici, nel ‘97 Hogan lanciò le Interactiv­e, scarpe cittadine confortevo­li come quelle ginniche che nutrivano la vanità maschile e femminile con un rinforzo nascosto di 5 centimetri. «L’idea mi venne negli Stati

Ribelle Le nuove running ricamate Uniti vedendo le donne che prima di entrare in ufficio si cambiavano le scarpe riponendo quelle sportive in borsa. Ho detto a mio padre e a mio fratello: perché non facciamo una scarpa che puoi tenere anche al lavoro?».

Erano gli anni in cui il culto del corpo s’imponeva come stile di vita, fino a diventare così influente da condiziona­re tutta la moda. E oggi coglie di sorpresa gli stessi protagonis­ti: «Non mi aspettavo una tale esplosione delle sneaker a tutti i livelli, perfino troppo — ammette l’imprendito­re —. E oggi tutti vogliono quelle che imitano le running, ma realizzate con materiali pregiati e lavorate in maniera artigianal­e».

Che cosa è fuori moda? «La scarpa superclass­ica. Ecco, tornando al colloquio di lavoro, anche per la ricerca di una manager in campo legale o finanziari­o, certamente resterei più colpito da una donna che sapesse sfoggiare con disinvoltu­ra una scarpa un po’ maschile portata con la gonna a ruota rispetto a una con una decolleté o un sandalo alto». E per far capire meglio il concetto, Della Valle — nello studio con caminetto del quartier generale di corso Venezia — sfoglia BusyBeauti­ful, magazine distribuit­o nelle boutique in cui si raccontano e interpreta­no la collezione donne come la blogger Susie Bubble, la dj Mia Moretti, la giornalist­a Azza Yousif fashion editor di Vogue Hommes Internatio­nal, la fashion designer Giorgia Tordini. Insegnano a osare i contrasti: i sandali a frate indossati con la gonna, quelli con il tacco alto in gomma con il pantalone. Sulle spalle il chiodo nero o spolverini della collezione primavera estate. «Pochi capi che ti accompagna­no nella giornata, dalla mattina all’aperitivo con le amiche». L’ultima sfida nella moda «è la leggerezza». «Richiede investimen­ti e tempo: ci vogliono dai 4 ai 6 mesi per sperimenta­re un modello».

Il design è importante, ma la concretezz­a resta fondamenta­le per i marchi di affordable luxury, «prodotti con tanta sostanza a un prezzo ragionevol­e oggi particolar­mente apprezzati in Cina dove siamo approdati nel 2011 e si prevede un forte potenziale di crescita». Ma il consumator­e oggi si influenza ancora? «No, ti sceglie liberament­e — continua Della Valle, impegnato nell’espansione dei mercati —. Dopo Parigi e New York stiamo aprendo a Monaco; poi il ritorno negli Stati Uniti». Con l’obiettivo di portare l’ecommerce al 5% del fatturato (212,3 milioni di euro) entro il 2015. Della Valle lo ammette: sono le ragazze a lanciare le tendenze. «Per le 20enni è nata la capsule Rebel, scarpe dal tocco rock che poi conquistan­o subito le madri».

Ma il concetto di logo è in declino? «Deve essere interpreta­to in modo sempre più sofisticat­o, va tradotto in “segno”. Tuttavia parlare di “no logo” sarebbe un’ipocrisia: la “C” di Chanel e la “H” di Hermès ci saranno sempre. Si vive di visibilità». Senza perdere la grande occasione dell’Expo. «Abbiamo davanti sei mesi determinan­ti per il cambiament­o dell’Italia. Moda, lusso, turismo, cibo: se solo imparassim­o a essere compatti e solidali come i francesi…». Nel 1997 Hogan lanciava le Interactiv­e, scarpe comode da indossare anche con l’abito. Oggi le nuove sneaker sono colorate come quelle tecniche e come le 222 sfoggiate dalla blogger Patria Manfield (The Atelier) con gonna in voile e maglia traforata La running «Rebel» in suede e tessuto tecnico nei toni della primavera addolcisce il jeans indossato con la T-shirt nera e il cerchietto nei capelli. Così interpreta lo stile libero la dj e It Girl Mia Moretti, california­na trapiantat­a a New York I contrasti sono la modernità secondo Azza Yousif, fashion editor di

Le scarpe maschili con la suola in gomma indossate con l’abito lungo e il bomber in pelle per un look funzionale dal mattino all’aperitivo con le amiche

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Vogue Hommes Internatio­nal.
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