Niente porte
Il living della casa milanese di Italo Rota dove gli spazi sono divisi da pareti in vetro, bagno compreso. Il soggiorno è animato da pupazzi e giochi (in alto un Mike iperrealista). Sul fondo il divano «Gli amici» di Gaetano Pesce composto da un tucano, un facocero, un pesce: «A un oggetto di questo tipo lavorano 50 artigiani. Un mercato da sostenere» (Fotoservizio Marco Scarpa/ Skorpionpress) e persone non amano sentirsi dire le cose nero su bianco; amano la volatilità, che non chiede di prendere posizione. Infatti Internet piace più dei giornali. Invece io credo che verità e sincerità siano fondamentali». Per questo l’architetto Italo Rota, 61 anni, che tra i suoi progetti annovera tra l’altro — e l’altro comprende il Musée d’Orsay e il Centre Pompidou, le nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre, l’illuminazione di NotreDame e il Museo del Novecento a Milano — il padiglione Italia per Expo, nella sua casa milanese non ha voluto pareti. Tutti gli ambienti sono a vista, separati da vetrate: bagno compreso, che come una tv si vede dal divano.
«Qui viviamo solo io e Margherita (Palli, 63 anni, scenografa, ndr). Cosa dobbiamo nasconderci? In una coppia non devono esserci segreti». Ma troppa intimità non nuoce all’amore? «Ah, dice?». La «quarta parete» della casa dai muri di vetro, nella zona sudest di Milano — «Stavo in centro, ma è invivibile, da tre anni mi sono spostato qui tra i negozi e i bar» — mostra un folto giardino, parte integrante della casa. «Tutte piante di recupero: la gente le butta e io negli anni ne ho raccolte più di 140».
«Ho smesso di fare distinzione fra i viventi», dice: e in effetti animali e piante si affollano in una versione design dell’Arca di Noè. «Dipendiamo gli uni dagli altri. Io ho salvato le piante dall’abbandono, loro mi danno ossigeno e mi ricordano, con le loro lotte per lo spazio, che la natura è luogo di conflitto. Poi richiamano i nidi degli uccelli, in quello che Gilles Clement chiama il “terzo paesaggio”, una biosfera simile ai territori tra gli svincoli stradali, ricchissimi di biotipi perché nessuno interferisce: luogo di incontri interspecie».
Oltre agli uccelli, il «serraglio Rota» conta un acquario di due metri, «il mio oggetto preferito». Vi nuotano 13 pesci cinesi («vegetariani, si nutrono di verdure bollite») da esposizione: L’acquario Italo Rota con uno dei suoi gatti e l’amato acquario: «Mi piace guardarlo, come fosse una tv vivente» Verde di recupero Oltre la vetrata il giardino: «Negli anni ho recuperato circa 140 piante buttate via». E il bagno «a vista»