Corriere della Sera

Lampade, poltrone, tappeti In 25 pezzi ho creato il magazzino immaginari­o

L designer Lee Broom: «A Milano un allestimen­to-set»

- Silvia Nani

n involucro grigio, profumi, musica. Su due livelli, piccole aree dedicate ai cosmetici, ai cappelli, alle calzature, una zona libreria, l’angolo vini. Ovunque luci avvolgenti, e arredi. Così si presenterà al visitatore durante il fuori Salone il «Department Store» di Lee Broom. «È la prima volta che espongo una collezione completa di 25 pezzi, e quindi l’idea è stata di unirli attraverso il filo conduttore dell’allestimen­to: un grande magazzino immaginari­o», esordisce lui, 39 anni, nato a Birmingham, che per il suo debutto milanese arriverà da Londra in via Cappellini, nel distretto San Gregorio Docet: «Fatto il sopralluog­o, mi è sembrata subito la situazione ideale: un’infilata di negozi dismessi in un edificio anni 60, affine alla mia visione per contesto e atmosfera», racconta.

Un progetto integrato, come lui usa fare in patria, dove è notissimo per gli arredi completi per ristoranti, bar, hotel: «Credo che il design possa migliorare non solo la qualità complessiv­a di un luogo, ma persino il servizio: non a caso per gli spazi pubblici mi occupo di tutto, dai bicchieri ai piccoli oggetti». Infatti, conferma, oggi conta sempre di più proporre delle atmosfere: Designer of the Year, la vittoria e l’incontro con Vivienne Westwood: mi offrì un’esperienza da lei. Decisi di lasciare il teatro e diventare designer. Gli inizi nella moda, poi nel 2002 l’arredo: volevo poter seguire tutto il processo fino alla fine».

Un’attività iniziata da solo con un socio, poi nel 2008 l’apertura dello studio e la creazione del suo marchio con l’idea di poter creare, produrre e vendere autonomame­nte: «Con me oggi lavorano 17 persone, i nostri oggetti sono in circa 120 negozi in tutto il mondo, ma sentivo al necessità di averne uno mio», racconta, mentre si aggira nello spazio tutto bianco (aperto poco più di un anno fa nel quartiere di Shoreditch) dove ogni suo mobile spicca in una piccola scenografi­a. Lampade in ottone, altre in marmo, poltrone, oggetti. «A volte è la manifattur­a stessa a stimolare la mia creatività: queste per esempio sono prodotte in una fabbrica fornitrice storica da 150 anni per la nostra metropolit­ana», spiega osservando le piastrelle che rivestono una cassettier­a. Ogni pezzo rappresent­a una bravura artigianal­e, in alcuni casi anche italiana: «Per esempio la lavorazion­e del marmo» dice, mentre indica una lampada a cilindro lunga quasi un metro, trasparent­e: «Nessuno credeva fosse possibile: è la grandezza dei vostri artigiani. Mi piacerebbe, venendo a esporre a Milano, che nascessero altri incontri tra la nostra e la vostra creatività». A Londra Lee Broom, 39 anni, nel suo negozio a Londra. A sinistra, le lampade Chapel Light, in metallo e vetro soffiato, che presenterà a Milano al fuori Salone, nella scenografi­a di un Department Store immaginari­o

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