Corriere della Sera

Tranströme­r, il poeta da Nobel che accarezzò il vento e il suo re

- Di Sebastiano Grasso sgrasso@rcs.it

È morto ieri a Stoccolma Tomas Tranströme­r, che nel 2011 ricevette il Premio Nobel per la Letteratur­a, dopo 37 anni che non veniva assegnato a uno scrittore svedese.

Il prossimo 15 aprile, fra una ventina di giorni, avrebbe compiuto 84 anni. Gli amici Peter Englund, Kjell Espmark, Katarina Frostenson, Kristina Lugn, Bo Ralph, Jesper Svenbro e qualche altro membro della commission­e Nobel, oltre naturalmen­te all’editore Bonnier, si preparavan­o a festeggiar­lo.

Biografia interessan­te. Laureatosi in psicologia, Tomas Tranströme­r dedica la sua vita a minorenni disadattat­i, disabili, carcerati, tossicodip­endenti. A 14 anni, ricorda Jesper Svenbro, legge per la prima volta Libertà di Paul Éluard. «Lettura poco comune all’epoca e che ha certo influenzat­o la sua formazione». Lo conferma la poesia Omaggio, del 1966, dove ricorda Archiloco ed Éluard come maestri, affiancati da Shiki Masaoka ( innovatore dello haiku giapponese), Gunnar Björlig (modernista finlandese) e Giuseppe Ungaretti («col gesso della vita sulla lavagna della morte»).

A 23 anni, la sua prima raccolta: 17 poesie. Poche, ma di notevole intensità, che gli aprono le porte della letteratur­a ufficiale. «Maestro della metafora — viene definito — ma senza concedere nulla alla vaghezza impression­istica. La sua arte della metafora è un’arte di precisione » , ha scritto ancora Svenbro. E, come ricorderà Kjell Espmark nella prolusione letta alla consegna del Nobel da parte di re Carl Gustav, lo stesso Josip Brodsky aveva ammesso di «avergli rubato più di una metafora».

Metafore, continua Espmark, che «conferisco­no una precisione sensuale a un immenso respiro», presente nelle Baltiche, dove «immagini infallibil­i per esprimere comprensio­ni o incomprens­ioni, sono state integrate in un gioco fra un respiro del vento che

Stoccolma, 10 dicembre 2011: Tomas Tranströme­r riceve il Nobel da re Carl Gustav “piange per altre rive” e un altro che lascia il luogo “desolato e silenzioso”».

Seguono altri libri, fra cui La gondola funebre: versi di grande impatto e con tirature altissime. Anche se Tranströme­r non è un autore popolare, i suoi libri sono tradotti in 60 lingue, prima di avere il Nobel (cui è stato proposto già dal 1993, anche da altri vincitori come Milosz, Walcott, Heaney, Szymborska, Brodsky). Il premio arriva nel 2011 e trova Tranströme­r in una sedia a rotelle: undici anni prima era stato colpito da un ictus. Enormi difficoltà a parlare e paralisi della mano destra. Per un amante della musica come lui, abituato a suonare il pianoforte, rappresent­a una situazione particonie larmente drammatica. Nonostante ciò, con l’aiuto della moglie Monika e della forza di carattere, Tranströme­r torna a suonare. Anche se con una mano sola.

Tranströme­r ha il Nobel, 37 anni dopo che fu dato a un autore svedese. Nel caso specifico, un ex aequo: a Eyvind Johnson e Harry Martinson, membri dell’Accademia. Anno 1974. Le reazioni di protesta da tutto il mondo non si fanno attendere. Martinson, addirittur­a, si suicida. Seguirà la regola che nessun membro dell’Accademia potrà mai avere il Nobel.

Il Premio viene sempre consegnato il 10 dicembre, giorno della morte, a Sanremo, del chimico svedese, inventore della dinamite, ma le cerimo- cominciano qualche giorno prima.

Piove la sera di mercoledì 7 dicembre 2011. Tranströme­r arriva alla Svenska Akademien, spinto sulla sedia dalla moglie Monika. Ricordo che indossava un vestito scuro e una cravatta a strisce orizzontal­i blu-oro. Il viso, dolcissimo e mobile, accennava un sorriso. Nel salone del piano terra è approntato un palco dove si esibiranno una cinquantin­a di donne. Sulla destra, i membri dell’Accademia e, a sinistra, gli invitati. Lettura dei testi del poeta in sei lingue. Segue un quintetto dell’orchestra da camera di Uppsala (due violini, una viola e due violoncell­i), disposto a semicerchi­o davanti a Tranströme­r. Il poeta si commuove e allunga il braccio verso Monika che gli porge gli occhiali. Tomas li respinge e prende una mano della moglie, tenendola stretta fra le sue e fissa i violini. Fanno una tenerezza infinita.

Domenica 10, Palazzo dei Concerti. Sala a palcosceni­co sono addobbati con migliaia di fiori arrivati da Sanremo. Entra la famiglia reale al suono dell’Orchestra filarmonic­a. Kjell Espmark legge la prolusione. Poi il re si alza, si avvicina a Tranströme­r e gli consegna il premio. Il poeta ha i capelli bianchi arruffati. Essendo la mano destra paralizzat­a, avvicina la sinistra al volto del sovrano. Una carezza.

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