Santoro, un caso a La7: non farò più «Servizio pubblico»
«Nessun ripensamento». Cairo: incontri con Michele anche per la produzione di nuove trasmissioni
MILANO «Voi sapete che io ho sempre sentito la necessità di battere strade nuove e per questo motivo ho deciso che questa sarà l’ultima stagione di Servizio pubblico » (settembre 2014, sul sito del programma).
«Quello che ho scritto a settembre rimane un punto fermo nel nostro orientamento. E quando dico una cosa solitamente la faccio. Non ci può essere una trattativa su una cosa che io stesso ho deciso che non farò più», ribadisce oggi al Corriere. A parlare è sempre lui, Michele Santoro. A chi scrive che Urbano Cairo e la sua La7 hanno deciso di congedarlo, lo stesso conduttore ricorda il proponimento espresso mesi fa. Una valutazione che nasceva dall’overdose di talk show, che a suo dire aveva creato «nel pubblico un vero e proprio rigetto». Oggi dunque Santoro preferirebbe alla conduzione l’ideazione di programmi, stare dietro e non davanti alla telecamera. Su questo sta lavorando con l’editore. Come conferma lo stesso Cairo: «Con Santoro siamo in buonissimi rapporti. Ci stiamo parlando, stiamo ragionando in modo assolutamente propositivo e non conflittuale. È tale la sintonia con lui che abbiamo anche concor- dato di realizzare ulteriori 3 puntate di Announo (ideato da Santoro, condotto da Giulia Innocenzi, ndr) a maggio/giugno. Quindi non c’è stato alcun congedo con Santoro».
Il prossimo incontro è fissato dopo Pasqua e Cairo lascia aperta la possibilità di un ripensamento: «So che ora è più interessato alla produzione, ma il dialogo tra di noi rimane aperto. Se Santoro sarà propenso a non condurre direttamente un programma, faremo meno puntate o anche nessuna Nessun commento invece se sia prevista una riduzione o meno di budget. Sull’altro caso aperto a La7 (Daria Bignardi tornerà o no l’anno prossimo?) l’editore spiega: «Il mercoledì rappresenta una collocazione più complicata, il 3% ci può stare. Abbiamo tutto il tempo per pensarci, ci rifletteremo con tranquillità insieme. Se il problema è la lunghezza, si può anche ragionare a un format alternativo».