Corriere della Sera

«Inutile un altro processo su Raffaele e Amanda»

La pm di Perugia: lui e Amanda unici indiziati. I Kercher sotto choc: «Ma almeno è finita»

- Di Fiorenza Sarzanini Capponi, Gaggi

Un nuovo processo non avrebbe potuto accertare la verità sul delitto di Meredith Kercher. Il «complesso probatorio era talmente contraddit­torio» da rendere impossibil­e il superament­o dei dubbi e delle incongruit­à. Da qui l’annullamen­to della condanna a 28 anni e sei mesi per Amanda Knox e a 25 anni per Raffaele Sollecito «senza rinvio» decisa dai giudici della quinta sezione della Corte di cassazione, dopo otto ore di discussion­e. Si chiude dunque per sempre la possibilit­à di scoprire che cosa accadde davvero nella villetta di via della Pergola il primo novembre del 2007. L’unico responsabi­le rimane Rudy Guede, condannato a sedici anni di carcere.

Cinquecent­osedicimil­a euro. È questa la somma che gli avvocati di Raffaele Sollecito chiederann­o per l’«ingiusta detenzione».

Il giorno dopo l’assoluzion­e disposta dalla Cassazione, Raffaele è a casa, in Puglia, e nel primo pomeriggio passeggia in riva al mare con la fidanzata Greta Menegaldo, che negli ultimi due anni gli è stata sempre vicina: «Quello che è accaduto a me non deve accadere più a nessuno — dice Raffaele — perché combattere contro una montagna di falsità è inimmagina­bile dall’esterno. In questi otto anni ho combattuto senza mai arrendermi ma via via che abbattevo le accuse, altre ne nascevano... Un incubo». Venerdì ha lasciato Roma senza aspettare la sentenza: «Ma non stavo scappando, come si può anche solo pensarlo? Avevo dieci poliziotti con me e poi in questa storia ho sempre messo la faccia, non sono mai fuggito». Uno dei suoi legali, Giulia Bongiorno, l’ha paragonato a Forrest Gump: «È vero che era un ingenuo — sorride lui — ma di certo ha fatto grandi cose...». L’emozione per l’assoluzion­e è stata immensa: «Sono ancora disorienta­to, non è facile, sono stati anni duri». Ha sentito Amanda al telefono, in mattinata, ma preferisce non parlarne: adesso, per lui, c’è una nuova vita. Forse andrà all’estero a lavorare, in ogni caso da uomo libero. Sull’ipotesi del risarcimen­to, invece, si lavora allo studio dell’avvocato Giulia Su Corriere.it Leggi gli aggiorname­nti e guarda com’è stata raccontata la sentenza della Cassazione dai giornali esteri su Bongiorno, dove infatti è già stato identifica­to «il tetto» stabilito per «i casi gravi come questo», oltre mezzo milione appunto. L’altro avvocato di Raffaele, Luca Maori, sostiene però che la richiesta sarà più alta: «Non c’è solo l’ingiusta detenzione perché ci sono ben altri danni, qui c’è la vita spezzata a Raffaele e la distruzion­e di un’intera famiglia dal punto di vista morale, materiale e d’immagine. Sarà una cifra a molti zeri».

La sentenza che a Raffaele ha «restituito la vita», ha lasciato «sotto choc» la famiglia Kercher. La sorella di Mez, Stephanie, al telefono con il legale Francesco Maresca spiega, almeno in parte, cos’hanno rappresent­ato gli ultimi otto anni: «Da un certo punto di vista il fatto che il processo si sia chiuso va bene, perché ogni udienza per noi era una ferita al cuore, ogni tappa processual­e ha rappresent­ato per la nostra famiglia il riaprirsi di ferite dolorosiss­ime, e in questo senso il giudizio finale, sia pure per noi con un esito devastante, rappresent­a anche un punto fermo». Da Perugia, però, arriva l’incredulit­à di Manuela Comodi, che ha affiancato il pm Giuliano Mignini nel secondo grado: «Gli unici due indiziati rimangono Amanda e Raffaele perché sulla scena del delitto, oltre loro e Rudy, non c’è traccia di nessun altro. La Cassazione ha smentito se stessa...».

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