Corriere della Sera

L’Italia di Conte lotta: pari con la Bulgaria

Gli azzurri soffrono in Bulgaria dove raccolgono solo un pareggio Autogol illusorio e uno-due dei padroni di casa, poi il sampdorian­o entra e segna

- Di A. Bocci, F. Bonsignore, F. Monti e P. Tomaselli

Era dai tempi di Bearzot a Spagna 1982 e di Lippi al Mondiale 2006 (prima dell’Australia negli ottavi al Mondiale 2006) che l’Italia non viveva una vigilia così carica di tensione. Ma questa volta lo spirito guerriero del c.t. non è bastato da solo a spingere la Nazionale alla vittoria. Per la sesta volta consecutiv­a, amichevoli comprese, la Bulgaria è riuscita a non perdere in casa contro l’Italia, costretta a rinunciare anche a Buffon per febbre (e chissà se qualcuno accuserà il c.t. di averlo fatto sudare troppo in allenament­o). Per gli azzurri, secondo pareggio consecutiv­o, dopo quello con la Croazia, che due ore prima aveva stravinto con la Norvegia (5-1) conquistan­do il primo posto del gruppo H con due punti di vantaggio sugli azzurri. È finita 2-2, come il 6 settembre 2012 e come allora è stato decisivo l’apporto di un oriundo: due anni e mezzo fa Osvaldo (doppietta), questa volta Eder (italo-brasiliano), al debutto e capace di riportare l’Italia in partita al 39’ della ripresa, quando si configurav­a la prima sconfitta della gestione Conte, che non ha mai smesso di credere nel pareggio.

L’Italia è partita benissimo, ma ha rovinato tutto in fretta. Immobile ha avuto la palla del break dopo 20”; il vantaggio, arrivato su autogol di Minev (cross dalla sinistra di Bertolacci e uscita maldestra del portiere), spaventato dalla presenza di Zaza in area. Qui l’Italia ha dato l’impression­e di poter governare la partita (punizione pericolosa di Candreva), ma la gara all’improvviso è svoltata, perché la squadra di Petev alla prima occasione ha pareggiato sulla conclusion­e da fuori area con Popov (11’, errore di Bonucci) e qui si è spenta la luce azzurra, consentend­o alla Bulgaria di segnare il secondo gol: cross di Milanov, testa di Micanski in anticipo su Barzagli per il 2-1. La situazione di vantaggio ha consentito agli uomini di Petev di giocare un calcio elementare, ma efficace: tutti in difesa, nei momenti della massima pressione italiana, ripartenze veloci per spezzare l’azione avversaria (come sul 2-1, palla persa da Zaza), marcature più che rigorose, qualche fallo tattico in zona neutra. L’Italia ha molto faticato a costruire azioni interessan­ti: Immobile ha colpito male di testa, Mihaylov è stato decisivo in un paio di circostanz­e, ma troppi interpreti, a cominciare da Verratti, hanno pattinato sul prato fradicio d’acqua. Molti tocchi, molti passaggi, ma al momento di concludere la diga bulgara ha sempre tenuto.

In avvio di ripresa, la situazione non migliorava, perché l’Italia ha trovato le stesse difficoltà del primo tempo, con i bulgari che non hanno mollato di un centimetro nella difesa del vantaggio. La necessità di trovare una giocata vincente nello spazio breve ha indotto Conte a sostituire Zaza con Eder; l’Italia ha cercato di alzare il ritmo e di aumentare l’intensità, ma senza trovare continuità offensiva. Così le migliori occasioni sono venute da lontano con Verratti (alto), Immobile (Mihaylov con i pugni) e Bertolacci (fuori). È entrato anche Gabbiadini, nella speranza di riuscire a rimettere in piedi la partita e dal forcing azzurro è uscito il pareggio di Eder, con un destro a giro, che appartiene al repertorio dell’attaccante sampdorian­o. L’Italia ha capito che c’era spazio per vincere e ha avuto più occasioni dopo la prodezza di Eder che nei precedenti 85 minuti. Gabbiadini ha mancato il 3-2 prima per dieci centimetri e poi per il salvataggi­o di Bodurov. Ma stavolta la vittoria sarebbe stato un premio eccessivo per un’Italia volenteros­a, ma povera di qualità. Che è il vero, grande problema.

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